L’etica della minoranza

“Non seguire la maggioranza per fare il male; né far testimonianza in una causa appoggiandoti alla maggioranza che secondo te pronunzia giudizio ingiusto, in modo da torcere il diritto.” (Shemot 23:2)
Non solo il presente, ma ogni tempo dovrebbe aver già dimostrato che la maggioranza non è la voce della verità, non rappresenta inequivocabilmente il bene e la giustizia. Quando si parla continuamente di “governi democraticamente eletti” o di “sovranità popolare” come delle entità assolute e quindi incontestabili, si confonde la dittatura con la democrazia che invece sempre dovrebbe offrire terreno di discussione. Si dimentica inoltre che in epoche passate coloro i quali erano ai margini o in minoranza sono diventati in seguito le parti che la storia e la società hanno commemorato per la propria integrità in tempi bui. Essere minoranza e agire secondo un’etica, ponendosi così in contrasto con una maggioranza orba, è spesso un atto rivoluzionario che forse un giorno verrà riconosciuto dai posteri. Disse Rebbe Nachman di Breslov – così citato da Martin Buber, in “Storie e leggende chassidiche” –: “Ci sono pietre come anime, gettate sulle strade. Ma quando un giorno le nuove case vengono costruite, si adoperano quelle pietre sante”.

Francesco Moises Bassano

(5 aprile 2019)