Libia, la tregua fallita

rassegnaNon ha tenuto la tregua di due ore richiesta dalle Nazioni Unite per portare soccorsi umanitari in Libia: il generale Khalifa Haftar ha proseguito la sua offensiva contro Tripoli e nello scontro sono morte 21 persone – tra cui 4 civili – e 27 feriti. Il governo di Fāyez al-Sarrāj ha risposto lanciando una controffensiva e il paese rischia di ricadere nel caos. “Il governo americano ha annunciato il ritiro provvisorio dei suoi funzionari e militari in Libia, e i civili occidentali, italiani compresi, hanno cominciato l’evacuazione di Tripoli per non restare coinvolti nella battaglia che potrebbe raggiungere il cuore della città nelle prossime ore”, riporta il Corriere, sottolineando che lo “scontro aperto tra Haftar e Sarraj rischia di mettere in pericolo i fragili accordi che hanno portato al controllo dell’immigrazione verso l’Italia attraverso il Mediterraneo, e di provocare un esodo verso la Tunisia”. Sempre il Corriere fa il quadro di chi siano le milizie (e non eserciti) che si stanno scontrando, sottolineando come Haftar possa contare su aiuti sauditi, degli Emirati e dell’Egitto mentre gli uomini di Sarraj, scelto dalla comunità internazionale, sono per lo più armati e finanziati da Turchia e Qatar. Intanto, la Farnesina – spiega sempre il quotidiano – è in contatto con entrambe le parti in conflitto e sta cercando un incontro a sorpresa con il generale Haftar.

Israele sulla Terra, domani le elezioni. Ultime battute e scintille prima del voto di domani in Israele che porterà 5 milioni di elettori alle urne: il Premier Benjamin Netanyahu ha promesso l’estensione della sovranità israeliana sugli insediamenti in Cisgiordania e ha affermato di avere il sostegno americano. Ne parlano La Stampa e Messaggero, riportando le reazioni dell’avversario elettorale di Netanyahu Benny Gantz, che ha parlato di annuncio irresponsabile e della necessità di un accordo regionale sul tema palestinese. Anche l’Arabia Saudita è intervenuta e ha avvertito che il premier dovrà affrontare “problemi seri” se davvero deciderà di annettere pezzi della Cisgiordania, anche se la sua è soprattutto “una sparata a fini elettorali”. Contro Netanyahu si esprime lo scrittore Abraham Yehoshua: in un editoriale pubblicato da La Stampa, scrive che “il premier inquina il voto perché ogni sua mossa è per evitare l’incriminazione” e lo paragona a Berlusconi in Italia. Rispetto al voto di domani, Repubblica racconta invece come le comunità israeliane al confine con Gaza siano le più favorevoli alla pace tanto che la maggior parte degli elettori vota laburista o, ancora più a sinistra, Meretz. Un quadro in controtendenza con il resto del paese dove la destra è decisamente avanti.

Israele sulla Luna, pronto lo sbarco. La sonda Beresheet giovedì prossimo dovrebbe toccare il suolo lunare consentendo così a Israele di diventare il quarto Paese del nostro mondo, dopo Stati Uniti, Russia e Cina, a compiere questa impresa, come racconta oggi il Giornale. “Beresheet – che in ebraico significa ‘in principio’, ma anche ‘genesi’ – potrà però vantare un record assoluto: – sottolinea il quotidiano – quello di essere la prima sonda privata a scendere sulla Luna. E stata costruita dalla società israeliana SpaceIL, un’organizzazione no-profit che grazie agli sforzi congiunti di imprenditori, istituti di ricerca, industrie aerospaziali ha raccolto 100 milioni di dollari, e in coordinamento con l’Agenzia spaziale israeliana, Leonardo Swedish Space Corporation e la Nasa ha fatto diventare un sogno realtà”.

Elezioni d’Europa. Si avvicinano le elezioni europee e prosegue quello che Repubblica definisce l’assalto sovranista all’Ue. “La Lega guida il fronte che punta su un blocco di 150 deputati all’Europarlamento per spezzare l’asse tradizionale tra Cristiano democratici, Socialisti europei e liberali”, scrive il quotidiano. Lo conferma a La Stampa il ministro leghista della Famiglia Lorenzo Fontana, che parla della riunione di oggi a cui partecipano i “gruppi identitari che vogliono riformare l’Europa”. Tra questi, l’estrema destra tedesca dell’Afd, i cui membri hanno più volte espresso posizioni negazioniste. “Ho avuto modo di conoscerne alcuni e non ho mai sentito qualcosa a riguardo.- afferma Fontana – E quindi non credo lo neghino (l’Olocausto). Se così fosse non potremmo stare insieme con i negazionisti. Il problema è che AfD oggi si trova nel gruppo Efdd, dove ci sono anche i 5stelle. Ora alleati sono loro e quindi l’attacco mi pare surreale e fuori luogo. – afferma Fontana in riferimento alle accuse del vicepremier Di Maio alla Lega per la vicinanza con l’Afd – Quando è avvenuto in Baviera quell’episodio cui fa riferimento Di Maio, loro erano insieme in Europa e non hanno detto nulla”.

Il genocidio in Ruanda. Il Ruanda ha commemorato il 25esimo anniversario del genocidio che ha colpì il Paese nel 1994: in pochi mesi (7 aprile al 4 luglio 1994) almeno 800 mila persone, perlopiù di etnia Tutsi, furono uccise a colpi di machete e bastoni. Lo ricorda oggi La Stampa.

Segnalibro. In libreria per Adelphi il libro Babij Jar di Anatolij Kuznecov, nella traduzione di Emanuela Guercetti: “storia della strage di ebrei compiuta dai nazisti nel ’41, poi deliberatamente rimossa dai sovietici”, sottolinea il Corriere presentando il volume. A proposito di libri, La Verità intervista il giornalista Giulio Meotti a proposito del suo La fine dell’Europa.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked