Torino, equilibrio e collaborazione

SoraniDalle urne della Comunità torinese al voto domenica scorsa è uscito un esito improntato al massimo equilibrio: sei Consiglieri alla lista Beiachad, sei Consiglieri alla lista Anavim; il più votato (con 206 preferenze) è stato il Presidente uscente Dario Disegni, che si presentava da solo in una lista denominata Com-Unità. Quale interpretazione dare a questo risultato? Quale esito ne deriverà per la conduzione comunitaria dei prossimi quattro anni?
Una prima constatazione è che la Comunità di Torino continua ad avere due anime ancora differenti: da una parte la Keillah come centro aggregante di concezioni anche molto diversificate dell’ebraismo e dell’essere ebrei, dall’altra la Keillah come luogo di incontro nel rafforzamento e nella valorizzazione della tradizione ebraica italiana.
Questa perdurante alternativa potrebbe essere vista come elemento negativo, teso a rinnovare incomprensioni e liti. In realtà la possibilità offerta agli iscritti di dare il proprio appoggio all’uno o all’altro gruppo – con la consapevolezza che nelle loro differenti identità essi sono comunque disposti a coesistere per garantire alla comunità una gestione concreta – è un fattore positivo, una espressione di vitalità democratica, decisamente superiore all’appiattimento che sarebbe derivato dall’azzeramento delle liste diversificate (e dunque dalla sostanziale rinuncia alla rispettive visioni di fondo) proposto prima delle elezioni. L’iniziativa di confluire in un listone unico era stata rifiutata da Anavim proprio a salvaguardia della propria visione e del sistema di contrapposizione democratica nel suo complesso.
Cosa è stato premiato e cosa è stato punito da questo voto torinese? I molti voti riportati dal Presidente uscente sono il risultato della sua capacità di equilibrata mediazione e dei rapporti ravvicinati che ha saputo intrattenere con gli ambienti istituzionali cittadini e nazionali. A livello di lista, credo che sia stata complessivamente apprezzata la serietà di Anavim, gruppo che, pur essendo minoranza all’inizio della passata gestione, ha diretto nel Consiglio settori determinanti, quali Bilancio, Personale, Immobili, Scuola, Cultura, svolgendo un lavoro di costruzione e non di semplice amministrazione; gruppo capace di schierare tra i propri candidati tre new entry di effettiva validità professionale.
L’esito politico del rafforzato equilibrio sarà probabilmente una maggiore tendenza alla decisione condivisa, indirizzo a mio giudizio produttivo, se sarà il risultato di un dibattito consiliare effettivo e influente.
Molti problemi sono rimasti in realtà senza risposta durante il mandato del Consiglio appena scaduto, pur nel quadro di un’attività complessivamente positiva, tesa soprattutto all’arginamento della difficile situazione di bilancio, al raggiungimento di una maggiore efficienza amministrativa, al rafforzamento dei saldi vincoli che legano la Comunità alle istituzioni cittadine. E forse le mancate risposte sono anche state causa diretta o indiretta del complessivo calo dei votanti, inferiore quest’anno alla metà degli aventi diritto. La partecipazione degli iscritti ai vari aspetti della vita comunitaria resta debole; occorre mettere in programma una strategia volta a creare canali comunicativi con la parte nascosta e invisibile della comunità; occorre cercare di avvicinare la generazione dei quaranta-cinquantenni che non pare rendersi conto della situazione di veloce decrescita demografica dell’ebraismo torinese e renderla consapevole della necessità di prendersi cura in prima persona dell’istituzione comunitaria, se non si vuole accelerare la corsa verso l’estinzione di un nucleo ormai divenuto decisamente una “piccola comunità”; occorre avviare una seria e concreta iniziativa nei confronti dei giovani, in questo momento per proprio merito assai attivi e autonomamente organizzati nell’ambito del G.E.T. (Giovani Ebrei Torinesi), ma certo bisognosi di un punto di riferimento strutturale oltre che di un sostegno economico. Scadenze urgenti e vitali per la sopravvivenza dell’ebraismo torinese, esigenze che il nuovo Consiglio è chiamato ad affrontare in modo effettivo: non si può più trincerarsi dietro la priorità di altri temi; le questioni indifferibili oggi all’ordine del giorno sono queste.
David Sorani