Kachol Lavan, l’illusione della vittoria

IMG_20190410_002531302L’esplosione di gioia ai primi exit poll dei sostenitori di Kahol Lavan nel centro congressi di Tel Aviv – luogo scelto dal partito per seguire i risultati elettorali – , è stata quasi incontenibile. Urla, abbracci, tamburi, canti e cori che incoronavano Benny Gantz come futuro Premier d’Israele. Una reazione che sembrava quasi voler esorcizzare le preoccupazioni di una giornata passata ciascuno a casa propria. Il centro congressi infatti fino alle 21 di sera aveva le sembianze di una gigante redazione: giornalisti israeliani e da tutto il mondo facevano continui collegamenti e chiacchieravano tra di loro cercando di indovinare i possibili risultati mentre elettori e candidati erano in forte minoranza. La maggior parte dei giornalisti dava Netanyahu per vincente e in pochi credevano nell’exploit di Kachol Lavan. Poi hanno iniziato a confluire i sostenitori e il loro ottimismo, forse un po’ forzato, ha cambiato l’atmosfera. Hanno iniziato a distribuire bandierine d’Israele e pacche sulle spalle. Volontari sorridenti hanno raccontato di essere esausti per una campagna elettorale durata una manciata di settimane a favore di un partito nuovo, alla sua prima apparizione sulla scena politica israeliana. In sottofondo, in un loop ossessivo, il jingle di Kachol Lavan preannunciava la vittoria del partito. Gradualmente la sala si è riempita e anche i candidati si sono mischiati ai sostenitori, salvo i big four, Gantz, Yair Lapid, Gabi Ashkenazi e Moshe Yaalon. Alle 22 sullo schermo è comparso il primo exit-poll 38 mandati per Gantz. E da qui scene di giubilo, nell’incredulità di chi conosce la più elementare lezione della storia politica d’Israele: non credere agli exit poll. Senza scomodare il caso di Peres con Netanyahu, basta ricordare l’ultima elezione quando sembrava che il centro-sinistra fosse avanti rispetto al Likud. Poi è arrivata la realtà: Netanyahu avanti nello spoglio e il paese affidato alle sue cure. “Non è prematuro festeggiare?”, abbiamo chiesto ad alcuni esponenti del partito. “Kachol Lavan è il primo partito, di questo siamo certi e ora Rivlin affiderà a Gantz di comporre il governo”. Ma con quale coalizione? “Non importa. È il valore del leader che fa la coalizione”. Un presagio, ma al contrario, visti i risultati della mattina con Netanyahu vero vincitore e il blocco della destra ampiamente in vantaggio rispetto a quello di centro-sinistra. Eppure poche ore prima i sostenitori di Kachon Lavan credevano veramente di aver vinto. Ci credeva anche Gantz nel suo discorso di ringraziamento e in cui annunciava di aver fatto la storia assieme ai suoi alleati, tutti sorridenti. Tutti a braccia alzate. Vittoriosi. Solo per una notte.

d.r.