Ticketlesse – Mani giunte

alberto cavaglionMi è già capitato di segnalare cattive abitudini linguistiche, tic verbali, rituali espressivi. Un esercizio che mi diverte sempre. Oggi vorrei fermare l’attenzione su una gestualità ricorrente, non solo televisiva. Sarebbero necessari altri riscontri, lo so, ma il primo a servirsene mi sembra sia stato Alessandro Baricco, più di recente ho visto inchinarsi così Marco Travaglio, domenica sera da Fazio, c’è cascato pure Michele Serra. Reverenti agnostici, si potrebbe dire. Finita la loro performance, ringraziano il pubblico plaudente. Li vediamo alzarsi in piedi, fanno un inchino. Fin qui nulla di strano se non che, insieme all’inchino, giungono le mani in preghiera. Un gesto sacrale divenuto ormai contagioso, che fa sorridere. Non penso infastidisca nemmeno il vero credente che non ama giungere le mani davanti alla telecamera. Tornano alla mente i pensatori del buon tempo antico che esortavano il filosofo a non inginocchiarsi mai, ma se mai a tenere le ginocchia della mente inchinate.

Alberto Cavaglion

(10 apile 2019)