“Yid Army” contro “Super ebrei”:
Champions nel segno dell’identità

Tra storia e leggenda, uno dei due accoppiamenti delle semifinali di Champions League è segnato da una suggestione profonda. E non solo perché Ajax e Tottenham, ribaltando i pronostici che le vedevano largamente sfavorite contro Juventus e Manchester City, si sono conquistate il diritto a pieno titolo a un posto tra le pretendenti della coppa con le orecchie edizione 2019. Ma anche perché entrambe le squadre, da lungo tempo, sono universalmente riconosciute come realtà a forte tradizione identitaria ebraica. Talvolta un po’ forzato e strumentalizzato anche in modo negativo da tifoserie rivali, questo concetto si basa comunque su più di un elemento di verità.
Da un lato i lancieri d’Olanda, i cui sostenitori in giro per l’Europa da svariati decenni esibiscono in curva simboli ebraici e persino alcune bandiere israeliane. Un legame che nasce a partire dagli Anni Sessanta, un’epoca a partire dalla quale diversi sono gli ebrei olandesi che scriveranno un pezzo di storia sociale. Presidenti, dirigenti, giocatori, persino un fisioterapista amatissimo da curva e squadra cui toccherà il compito di prendersi cura di alcuni dei più pregiati talenti del calcio mondiale. “Super ebrei” cantano i tifosi dell’Ajax per incitare i propri beniamini.
tottenhamDall’altro la cosiddetta “Yid Army”, l’Armata ebraica costituita da un nucleo di supporter londinesi che giocano sul filo di questa definizione evocativa del quartiere storicamente popolato da ebrei dove ha sede lo stadio White Hart Lane. Come nel caso dell’Ajax, questa identificazione non di rado ha portato a contrapposizioni violente (su un piano verbale e non solo) con alcune frange ultrà di altra fede calcistica e anche con compagni di fede sportiva non proprio simpatizzanti dell’ebraismo. Di qualche anno fa il divieto formulato dalla società ai propri tifosi in trasferta a Milano per un match di Champions contro l’Inter: niente vessilli con la Stella di David sugli spalti per motivi di sicurezza.
Ajax-Tottenham, per i cultori delle suggestioni pallonare, non può che essere il “Jewish match”. Di fronte in finale, per una delle due, potrebbe esserci il Liverpool di Mohammed Salah. Chissà se il campione egiziano, di cui non sono un mistero alcune insofferenze, ci ha già pensato.

(18 aprile 2019)