Gli ebrei e il Sud, voci di identità

Secondo Beniamino da Tudela, nel XII secolo a Gerusalemme vivevano 200 nuclei di famiglie ebraiche. A Otranto se ne contavano 500, a Palermo 1500. Ebraismo e Sud Italia si sono arricchiti a vicenda per secoli fino agli infami editti di espulsione che segnarono la fine di una lunga storia. Oggi una luce identità si è riaccesa e a raccontarla con diverse voci è stato nelle scorse ore il programma di Radio3 “Zazà” (clicca qui per ascoltare la puntata).
Nel programma Raiz & Radicanto eseguono diversi brani del disco Neshama, omaggio alla tradizione degli ebrei sefarditi. Musica che restituisce atmosfere familiari a tutto il Mediterraneo. L’esibizione nell’auditorium della Sede Rai della Puglia annuncia l’undicesima edizione del Festival internazionale ‘Di Voce in Voce’, che si svolgerà al Teatro Traetta di Bitonto, presso l’Auditorium Vallisa di Bari e la sede del Consolato d’Italia a Stettino, in Polonia. Assieme alla musica di Raiz & Radicanto, diverse storie che riguardano gli ebrei e il Mezzogiorno. A partire dalla Napoli di oggi e dalla sua sinagoga. “Napoli, via Cappella vecchia, 31” è il titolo della raccolta di racconti pubblicati dal rav Pierpaolo Pinhas Punturello. Nove sguardi sulle molteplici identità possibili nella modernità partenopea e una riflessione sul delicato equilibrio tra tradizione e ricerca di nuove possibilità. Aspetti che possono essere studiati anche osservando lingue e dialetti. Con Fabrizio Lelli, docente di lingua e letteratura ebraica all’Università del Salento e direttore del museo ebraico di Lecce, si seguono le tracce dei manoscritti realizzati in Terra d’Otranto tra Medioevo e Rinascimento. Tra questi, non mancano testi in dialetto salentino – indicato come “pugghìsu” – che gli ebrei scrissero e parlarono anche dopo la fuga verso Corfù. Nel Medioevo Bari fu sede di un’importante Gran Sinagoga, centro di cultura in fiorente attività anche durante l’emirato arabo di Bari del IX secolo, come racconta Vito Bianchi, archeologo scrittore e docente all’Università di Bari. Lo studio dei testi ebraici ha impegnato, nei primi anni del Novecento, anche la piccola comunità di San Nicandro Garganico. A parlarne è Grazia Gualano. A seguito della Shoah furono tanti gli ebrei che trovarono rifugio in Puglia. A loro si dedicò Zygmunt Kelz, dentista scampato allo sterminio nazista. La sua storia è ricostruita dal figlio Bernardo. Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno, nel Salento, raccoglie immagini e altri ricordi della permanenza di un gruppo di profughi ebrei che per diversi mesi condividono luoghi e speranze con la popolazione locale. Una vicenda che il giornalista Janos Chialà ha raccontato sul quotidiano israeliano Haaretz, suscitando nostalgia in diversi lettori, che lo hanno contattato dopo essersi riconosciuti nelle storie e nelle immagini pubblicate.

(22 aprile 2019)