Il 25 Aprile calpestato

Schermata 2019-04-28 alle 11.24.40Ancora una volta il 25 Aprile si è svolto con grandi eventi e nobili oratori, primo dei quali il Presidente della Repubblica Mattarella, che ha anche affermato: “Questo doveroso ricordo ci spinge a stringerci intorno ai nostri amati simboli: il tricolore e l’inno nazionale. È il dovere, morale e civile, della memoria. Memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente, che compongono l’identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro”.
Mi chiedo perché in testa al corteo organizzato a Roma dall’Associazione Nazionale dei Partigiani (ANPI) venga permessa la presenza della bandiera di uno Stato che non solo non c’era ma non c’è ancora oggi – quello palestinese – Esattamente come successe allora, si mira alla distruzione di un popolo: quei “colpevoli” solo di essere nati ebrei morirono in sei milioni, tra i quali 1500000 erano bambini; oggi si parla di geopolitica ma solo apparentemente, nascondendo il reale ed eguale significato, perché eliminare Israele significa per molti voler sterminare gli ebrei, ovunque essi siano.
Nella sfilata del Giorno della Liberazione a Milano, qualcuno – lo scrivo con tono ironico-buonista – ha forse pensato “allora cosa centra la bandiera di Israele nel corteo?”, ma sappiamo che i soliti insulti lanciati contro la Brigata Palestinese (poi diventata Brigata Ebraica per “accomodare” le fazioni politiche del Belpaese) non sono spinti soltanto da quell’ignoranza che sta diventando la nuova cultura italiana.
Questa rozzezza che prevale non soltanto politicamente, dovrebbe documentarsi per sapere che l’Impero Britannico creò nelle proprie colonie dei gruppi militari utili per i momenti di maggior intensità nel conflitto mondiale. Subito dopo essere stata formata nel 1944, la “Brigata palestinese” – composta soltanto da ebrei, approdò a Taranto e risali lo Stivale riportando la libertà. A coloro che non capiscono il significato della “Palestina” durante il conflitto, sbalordirà sapere del concerto inaugurale della Filarmonica Palestinese nel 1936, diretta da Arturo Toscanini. Consiglio di dare un’occhiata sul web…
La bandiera utilizzata dalla Brigata Palestinese diventò poi quella dello Stato di Israele, ma allora Israele non c’era, c’erano solo dei ragazzi che lottarono per salvare gli italiani ed arrivare a Berlino per dare il definitivo ko alla barbarie che in troppi stavano permettendo.
Quella bandiera aiutò l’Italia ad uscire dall’epoca nefasta ed offenderla dovrebbe suscitare lo sdegno non soltanto politico di coloro che sfilano ancora oggi per onorare chi combatté per salvare gli italiani. In egual modo dovrebbe essere negato l’esibire una bandiera antistorica nel contesto di questa giornata, atta solo ad offendere gli oltre 9.000 ebrei – non soltanto della Brigata – che hanno combattuto contro i fascisti ed i tedeschi. Per chi volesse saperne di più consiglio una gita nel Ravennate, ad Alfonsine, dove il Museo della Battaglia del Senio è fiero di raccontare la liberazione da parte della Brigata Palestinese e non solo.
Vorrei portarvi anche ricordare Franco Cesana: il più giovane partigiano italiano caduto in combattimento, a soli 13 anni. Un giovane italiano morto per volersi opporre all’invasore.
Come purtroppo accade da diversi 25 Aprile, penso alla foto di mia madre Eva Fischer con la Brigata Palestinese. Penso anche alla sua nomina quale “Socio Onorario” dell’ANPI. Non credo che oggi – se fosse ancora tra noi – si mostrerebbe fiera di esserlo, con i valori dei partigiani sacrificati da una nuova bieca politica.
Quando si permette di modificarne il corretto ricordo, la Storia diventa un semplice “c’era una volta”. In poco più di 70 anni rischia di finire nell’oblio.

Alan David Baumann

(28 aprile 2019)