Una visione distorta della realtà
Mi sia consentito di aggiungere qualche considerazione sulle manifestazioni del 25 aprile e in particolare sulle contestazioni ai rappresentanti della Brigata ebraica. Ho partecipato al corteo di Milano assieme a una rappresentanza dell’Associazione Italia-Israele di Firenze, per esprimere la nostra vicinanza a chi manifestava nella capitale dell’antifascismo in un momento così difficile. L’anno prossimo torneremo a partecipare al corteo di Firenze, come abbiamo fatto negli anni scorsi.
Come tutti, ho visto e sentito le grida ostili e gli insulti di alcuni propal, soprattutto in Piazza San Babila; ma ho sentito anche i tanti applausi indirizzati dalla folla verso lo striscione della Brigata ebraica via via che sfilava per Corso Venezia.
Ecco, la stampa e in generale i media hanno dato risalto ai gesti di ostilità, ma hanno taciuto sugli applausi. Non solo, ma sui social anche i sostenitori di Israele hanno seguito la stessa condotta, amplificando al massimo le contestazioni e non sottolineando invece i consensi ricevuti.
Capisco che non si debba tacere sulle posizioni ostili vero Israele che esistono nella società italiana. È giusto mettere in evidenza non solo gli insulti lanciati contro lo striscione della Brigata ebraica ma anche le posizioni antisemite e antisioniste che si sono manifestate all’Università di Torino, nel Comune di Napoli ed altre ancora. Ma insistere esclusivamente sugli aspetti negativi significa dare una visione distorta della realtà, significa amplificare oltre misura la portata e l’influenza di queste manifestazioni, e, al tempo stesso, mettere in ombra le tante manifestazioni di simpatia e di vicinanza verso Israele che quotidianamente si riscontrano nella nostra società.
Queste considerazioni riguardano molti commentatori che a vario titolo operano sui social, ma riguardano anche le Associazioni che con varie denominazioni sostengono Israele e operano contro l’antisemitismo e l’antisionismo. L’esistenza di tale forma di associazionismo pare essere una caratteristica quasi esclusivamente italiana. Formate in maggioranza da non ebrei, dette associazioni operano naturalmente in autonomia rispetto alle Comunità ebraiche ma possono costituire una risorsa preziosa per far conoscere la realtà di Israele e per combattere l’antisemitismo. Anche in queste associazioni esiste la propensione a privilegiare l’aspetto di denuncia degli attacchi senza fondamento portati contro Israele dai propal. Sarebbe opportuno – accanto a questa attività di denuncia – mettere in evidenza la realtà di Israele, le sue realizzazioni scientifiche ed economiche, lo sviluppo delle relazioni con un numero crescente di Paesi, anche a maggioranza islamica. Molte associazioni si muovono già su tale piano ma probabilmente non basta. Prevale ancora la propensione a privilegiare la dimensione del conflitto israelo-palestinese, mentre sarebbe opportuno mettere in primo piano e sottolineare i tanti progetti di collaborazione – economica, scientifica, culturale, sportiva – che esistono e che sono in via di incremento tra Israele e numerosi Paesi arabo-islamici, oltre che con quelli africani, anche al di là del formale stabilimento di rapporti diplomatici. Se ci si pone in questa prospettiva si finirà per cogliere – e anche per trasmettere – la reale portata delle contestazioni antisraeliane di sparuti gruppetti di propal.
Valentino Baldacci
(2 maggio 2019)