Pioggia di missili su Israele
Una vittima ad Ashkelon

rassegnaSono diverse centinaia i missili lanciati nelle ultime ore dai movimenti terroristici di Gaza contro Israele. Si tratta dell’ennesima aggressione palestinese che ha come bersaglio i civili e che ha fatto, oltre ad alcuni feriti, una vittima: il 58enne Moshe Agadi, raggiunto da un ordigno nella sua casa di Ashkelon. “Possiamo confermare che la Jihad islamica palestinese insieme a Hamas è responsabile del lancio di razzi da Gaza contro civili israeliani” ha fatto sapere nella giornata di ieri l’esercito israeliano, che ha reagito colpendo diversi obiettivi legati ai gruppi terroristici (tra cui un tunnel). L’escalation di violenza è iniziata venerdì, innescata dai palestinesi: due cecchini, appostati sul confine, hanno infatti ferito due soldati.
Scrive La Stampa: “Sono gli scontri più gravi dalla fine di marzo, quando alla vigilia delle elezioni un razzo aveva colpito una casa nei sobborghi settentrionali di Tel Aviv”. Il quotidiano torinese segnala anche “lo scollamento” tra fazioni, evidente nei loro proclami, con la Jihad “che ha minacciato di colpire la centrale atomica di Dimona”, mentre Hamas “si limitava ad accusare Israele di ‘non rispettare gli accordi’, un riferimento al fatto che il flusso di finanziamenti dal Qatar, autorizzato dal governo israeliano, si è inceppato negli ultimi giorni”.
“Tensione alle stelle e nuovi venti di guerra” che secondo il Messaggero “spezzano un periodo di calma, seppur precaria, puntellata da intese verbali messe a punto da Egitto, Qatar e Onu”. Per Repubblica il gruppo terroristico Hamas, definito nell’articolo prima “formazione islamica” e poi “movimento islamico”, conta sul fatto che a metà maggio Israele ospiterà l’Eurovision Song Contest. “Netanyahu – si legge – non può permettersi di mandare in onda uno scontro militare in diretta”.
Nei raid dell’esercito israeliano contro obiettivi di Hamas avrebbero perso la vita anche una bambina di 14 mesi e una donna incinta.

“Un nuovo impegno europeo per orientare il nostro futuro”. Sul Corriere appello dei cinque senatori a vita in vista del voto del 26 maggio. “È compito della politica costruire una visione del futuro e non limitarsi ad amplificare gli umori popolari del momento. Niente unisce più di un nemico comune. Modello di riferimento – scrive Liliana Segre – cui dobbiamo opporci con forza”.

Si è dimesso il caporedattore del Tgr Emilia-Romagna Antonio Farné dopo le numerose polemiche seguite a un servizio da Predappio in cui i nostalgici del fascismo hanno potuto esprimere le loro idee senza contraddittorio. “Paradossalmente Farné, nominato in epoca Renzi con il beneplacito del Pd regionale, è stato difeso dal centrodestra. Dal capogruppo forzista in Consiglio regionale Galeazzo Bignami immediatamente dopo il fattaccio e ieri dalla parlamentare di FdI Daniela Santanché oltre che da Alessandra Mussolini. Entrambe – scrive Repubblica – hanno parlato di epurazione”.

Tensione anche tra gli organizzatori del Salone di Torino dopo che negli scorsi giorni si è aperto il caso Altaforte, l’editore vicino a CasaPound che pubblica tra gli altri un libro-intervista con Salvini. Ieri Christian Raimo si è dimesso dal comitato editoriale. “Questi i fatti. Nei giorni scorsi – ricorda il Corriere – si diffonde l’erronea notizia che il ministro dell’Interno presenterà al Salone il libro-intervista pubblicato da Altaforte, Io sono Matteo Salvini, di Chiara Giannini. L’editore è sotto i riflettori, il Salone sotto attacco, accusato sui social di essere ‘fascista’ perché ospita un marchio della destra estrema”. Ad intervenire è stato ieri il direttore Nicola Lagioia per chiarire “che nessun politico presenterà i suoi libri al Salone: si vuole evitare che la campagna elettorale entri nella fiera”.

“I due del filo spinato: già visti nella storia”. È il titolo di una riflessione di Furio Colombo, sul Fatto Quotidiano, dedicata al recente incontro tra Salvini e Orban e all’immagine simbolo che ha segnato la stretta di mano. “Il Goebbels d’Ungheria e il federale italiano – accusa Colombo – hanno ispezionato i confini di lame taglienti, orgogliosi di constatare che ogni tentativo per quanto disperato o audace, si paga in giusta proporzione col sangue, che è comunque il sangue sbagliato, perché di altre ‘razze'”.

L’Osservatore Romano pubblica un intervento dell’accademica Amy-Jill Levine, coordinatrice di un lavoro di approfondimento sul Nuovo Testamento visto attraverso una prospettiva ebraica. “Quando i cristiani leggono la Genesi o Isaia o i Salmi – sostiene Levine – vedono in quei testi cose che io come ebrea non vedo. Quando io leggo attraverso le lenti rabbiniche, negli stessi testi vedo cose che non vedono i miei amici cristiani. Pertanto, i nostri testi comuni, il Tanakh e l’Antico Testamento (che non sono esattamente uguali), sono più grandi, più pregni di significato di quanto gli ebrei o i cristiani da soli riescano a scoprire”.

In uscita con Garzanti “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica”, nuovo saggio di Ferruccio De Bortoli. Molto forte e polemico, si legge nella presentazione sul Corriere, “è il capitolo finale del libro, nel quale l’autore invoca una ‘coltivazione non retorica ma attiva e consapevole della memoria’ come ‘unico autentico vaccino contro il risorgere del nazionalismo’”.
Il Messaggero propone invece un libro contro libro mettendo a confronto “La barzelletta ebraica” (Einaudi) di Devorah Baum e “Breve storia della questione antisemita” (Bompiani) di Roberto Finzi. Mentre il domenicale del Sole 24 Ore invita a una peculiare lettura al femminile, con una recensione di “America’s Jewish Women: A History From Colonial Times to Today” di Pamela Nadell.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(5 maggio 2019)