“Israele, un inno alla vita”

ndsNell’ora del crepuscolo che vede la conclusione del Giorno del ricordo e dell’omaggio a tutti coloro, civili e militari che – per la libertà, la sicurezza di Israele e per il nostro popolo – hanno donato la propria vita, ha preso il via il giorno di festa per l’indipendenza dello Stato di Israele per il suo 71esimo compleanno. Si rialza la bandiera di Israele che lega generazioni di padri e figli, di chi è nato e cresciuto in Israele, di olim e di comunità ebraiche in tutto il mondo. E sventola con fierezza. In questi anni di indipendenza Israele è enormemente cresciuto. Il numero degli abitanti che nel 1948 era di 716mila ebrei, supera oggi i sei milioni di ebrei. Un numero che riecheggia il passato che non svanirà mai. Un numero di realtà produttive e centri di ricerca inimmaginabile nel sogno dei Padri fondatori. Una realtà multiculturale, multireligiosa che tutti noi vediamo, conosciamo e percepiamo quotidianamente. Abbiamo raggiunto anche lo Spazio, la luna.
Oggi le Comunità ebraiche Italiane si uniscono coralmente alle celebrazioni: una Terra promessa, un Paese e una Patria del popolo ebraico. Uno Stato giovane ma con una memoria antica, pieno di vita, che trae dal suo plurimillenario passato la forza, il coraggio e l’orgoglio di guardare al proprio futuro. Di domani e dopodomani. Una Nazione che innalza ogni giorno e minuto la bandiera della vita, condivide le sue preghiere di pace e intona oggi ancora una volta il suo inno. È un anniversario carico di significati, che ci vede in prima linea impegnati nella difesa dei valori fondamentali e inalienabili che hanno segnato e continueranno a segnare la storia di questo giovane Stato cui tutti noi guardiamo con sentimento, legame identitario e ammirazione. Unica democrazia, unica oasi di libertà e diritti in una regione costantemente minacciata da fondamentalismi e regimi dispotici che arrecano infiniti dolori alle popolazioni civili.
Israele, come tante altre volte nella sua storia, si trova ad affrontare un presente incerto e insidioso. Nemici vicini e lontani che alle sue porte tramano per arrecare nuovi lutti e nuove sofferenze. Ma, come sempre nella sua storia, Israele ce la farà. E ce la farà anche grazie al nostro amore e sostegno. Una causa che nasce nel segno della libertà, della democrazia, delle tante conquiste che questo minuscolo punto sull’atlante ma cuore del mondo ha realizzato.
L’auspicio e il sogno che continueremo a portare nel cuore è che assieme a noi, che abbiamo l’animo rivolto da e verso Israele, da e verso Gerusalemme, tutti gli altri popoli, vicini e lontani, si uniscano ai nostri sentimenti e comprendano quanto siano uno snodo insostituibile di vita e di sicurezza, di cultura e di sviluppo, di valori e convivenza, oggi e domani. Un domani da condividere con quello dell’intera regione mediorientale, come auspicato nella dichiarazione sulla costituzione dello Stato di Israele, se solo non si negasse il nostro diritto ad esistere, alla storia e la realtà.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI

(8 maggio 2019)