Pagine Ebraiche al Salone di Torino
“Europa unita, sogno coraggioso da difendere”

La nuova modalità con cui sono organizzati gli incontri, nel libretto che presenta la programmazione del Salone del libro, è un deciso passo avanti, e una semplificazione per chi entra al Lingotto deciso non solo a girovagare fra i libri ma anche a seguire almeno qualche presentazione. Un passo avanti che però può anche gettare nello sconforto: alle 14.30 della domenica, per esempio, dopo aver passato la mattinata dividendosi fra “Lo zoo di Primo Levi”, presentato da Ernesto Ferrero e “Dopo la post-modernità. La letteratura come umanesimo del XXI secolo”, che racconta che funzione possa avere l’attenzione alla lingua tra algoritmi, fake news e strumenti di propaganda, mentre Helena Janeczeck presenta il suo ultimo libro, capita di desiderare il dono dell’ubiquità. Mentre Pagine Ebraiche oramai è presente ovunque fra gli stand, nelle mani dei tanti che ne prendono una copia entrando, alla stessa ora tre incontri imperdibili: Claudio Magris, che a Torino torna sempre con evidente piacere, presenta il suo ultimo libro, cinque racconti in cui l’eterno scorrere del tempo è più forte che mai. Ma contemporaneamente Robert Menasse, scrittore, traduttore e saggista austriaco, vincitore dell’edizione 2017 del Deutscher Buchpreis, e candidato allo Strega Europeo che verrà assegnato in serata, racconta al pubblico come con Die Hauptstadt, La capitale, tradotto da Sellerio, abbia cercato di non dare nulla per scontato o acquisito. Un romanzo in cui riesce a dare un volto a una istituzione, l’Unione Europea, spesso percepita come astratta, e lontana, se non addirittura come nemica. Scavare in profondità negli strati più profondi di un mondo in cui non può bastare l’economia a garantire un futuro, in cui sminuire il valore di quel progetto di pace è oramai azione quotidiana, è fondamentale capire. E riconoscere che le istituzioni dell’Unione Europea a Bruxelles sono una realtà, e sono composte di esseri umani, reali, non solo di figure astratte. Come dirà al Circolo dei lettori durante la serata dedicata alla premiazione dello strega europeo vinto da David Diop col suo Fratelli d’anima un altro candidato al premio, Ilja Leonard Pfeijffer, “L’Unione Europea è il progetto più bello più coraggioso e anche più improbabile che l’umanità abbia mai intrapreso”.
GUETTANello stesso orario, fortunatamente un poco in ritardo, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari intervistava nella grande Sala Rossa, per l’occasione stracolma di un pubblico estremamente attento, l’autore di Sovranismi (Add editore). Interesse altissimo per un libro dedicato a uno degli argomenti più attuali e più dibattuti da Bernard Guetta, uno dei più lucidi analisti europei di geopolitica, che ha scritto il libro come un reportage. “Non è un caso che i quattro paesi europei dove il sovranismo è al governo siano ex costole dell’Austria-Ungheria – spiega – ed è necessario capire da dove viene e come sia cresciuto quel risentimento storico che per esempio in Polonia condiziona pesantemente le scelte della popolazione. Ci sono nostalgia, e il senso di una dolorosa amputazione, sentimenti che non possono essere ignorati”. Non molto tempo addietro Guetta, presentando il libro precedente, Intima convinzione. Come sono diventato europeo, aveva dichiarato: “Ho scritto queste pagine in modo quasi febbrile, come chi grida ‘al fuoco’ vedendo l’incendio all’orizzonte: la rinascita dei nazionalismi, la disaffezione verso l’Unione, il crescente rifiuto dell’idea stessa di unità delle nostre nazioni. Tuttavia, non avrei mai immaginato che si sarebbe propagato così in fretta. Quello che il dopoguerra pensava di aver seppellito per sempre – frontiere, identità etniche e religiose, paura dell’altro e ripiegamento su sé – torna e sta prendendo il sopravvento. Di elezione in elezione, sono sempre più numerosi coloro che si rifiutano di accettare che, da solo, nessuno dei nostri paesi è in grado di raccogliere le sfide di un mondo nuovo e che, volgendo le spalle all’unità, corriamo incontro al declino. Se vogliamo scegliere il nostro destino, se vorremo davvero ‘un’altra Europa’, le nostre libertà ci offrono ogni mezzo utile a questo scopo. L’Europa non esiste come stato di natura, ma deve esistere come frutto della nostra volontà. Né utopia né ideale romantico, ma convinzione realistica che deve farci pensare, per esempio, a una politica industriale europea, una Difesa europea. Le radici di questa convinzione affondano in una rigorosa analisi dei fatti e, nel contempo, nel mio essere stato testimone diretto di rotture e ricomposizioni storiche. Niente è impossibile, se solo lo vogliamo”. A distanza di soli due anni il panorama è drasticamente cambiato, e non pare più la volontà dei singoli possa bastare a difendere quell’idea che ha poi preso prepotentemente spazio durante la cerimonia di premiazione dello Strega Europeo. Il senso più profondo dell’identità europea, infatti, è il tema centrale dei cinque libri finalisti, con una convergenza sempre più forte da un anno all’altro, sottolineata dagli organizzatori. Oltre al già citato La capitale di Robert Menasse erano in gara anche Fuori di sé, di Sasha Marianna Salzmann, il cui tema sono di nuovo l’antisemitismo e la storia europea, La Superba di Ilja Leonard Pfeijffer, dedicato a una Genova labirintica e fascinosa, Come cade la luce di Catherine Dunne, e il libro poi risultato vincitore: Fratelli d’anima di David Diop, pubblicato da Neri Pozza, e tradotto da Giovanni Bogliolo, a sua volta premiato. Identità europea e migrazioni, un intreccio al centro di moltissimi incontri negli spazi del Salone, segno di come la realtà sappia farsi avanti prepotentemente nei libri: gli scrittori una volta di più mostrano di non essere affatto lontani della realtà.
Leggere un libro, interrogare l’autore, capire, chiedere, appassionarsi. È questo il leit motiv di una edizione del Salone del libro che ha dimostrato con forza come la lettura non sia solo evasione. Le pagine stampate sono ancora la strada maestra per conoscere, discutere, appassionarsi.
E prendere posizione.

(Nell’immagine in alto la cerimonia di premiazione dello Strega Europeo)

Ada Treves twitter @ada3ves

(13 maggio 2019)