“Lavorare insieme è un imperativo”

Dalla lotta all’antisemitismo alla difesa della libertà religiosa, dall’emergenza profughi alle persecuzioni subite da alcune comunità cristiane nel mondo.
Tre intense giornate di lavoro hanno segnato la 24esima riunione del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico, con oltre una sessantina di partecipanti a confronto su temi di stretta attualità e con l’obiettivo, nel rispetto di alcune fondamentali differenze, di arrivare a soluzioni e proposte condivise. Una sfida che anima anche le pagine di un importante libro presentato in questa stessa giornata a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense: “Ebrei e Cristiani – Benedetto XVI in dialogo con il Rabbino Arie Folger” (ed. San Paolo), curato da Elio Guerriero e su cui oggi si sono confrontati lo stesso rav Folger, rabbino capo di Vienna; l’arcivescovo Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario del papa emerito Benedetto XVI; il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda; il professor Achim Buckenmeier, direttore della Cattedra per la Teologia del Popolo di Dio. In sala, tra gli altri, l’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Oren David, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni e il Consigliere UCEI Giacomo Moscati.
Forte l’apprezzamento espresso da rav Folger per l’operato di Ratzinger. Un papa che, ha detto, “ha reso onore all’ebraismo rompendo alcuni pregiudizi”. Ripercorrendo alcune recenti iniziative del rabbinato ortodosso nel dialogo con la Chiesa, rav Folger ha definito il documento presentato nel 2017 a Bergoglio “Tra Gerusalemme e Roma – Riflessioni sui 50 anni dalla Nostra Aetate” una pietra miliare in questa relazione. Mentre di Ratzinger ancora ha detto: “Un uomo cui ripugnano antiebraico e antisemitismo. Naturalmente non siamo d’accordo su certi temi, ma tutti e due vogliamo approfondire la fratellanza e servire Dio ciascuno secondo la nostra tradizione”.
Alla Nostra Aetate si è richiamata anche la riunione del Comitato ebraico-cattolico, istituito quasi mezzo secolo fa proprio nel solco della dichiarazione conciliare. Al centro dei lavori la crisi umanitaria in corso e, commenta Lisa Palmieri-Billig, rappresentante dell’American Jewish Committee che è intervenuta nel corso di un panel dedicato alle relazioni tra ebrei e cattolici in Italia, “l’imperativo morale di lavorare insieme, anche in questo ambito”. Tra le proposte concrete emerse nel corso dei lavori un rafforzamento dei rapporti tra Comunità di Sant’Egidio e Hias, organizzazione non governativa ebraica che si occupa di assistenza e solidarietà.
Nella giornata di mercoledì i partecipanti alla riunione, che è stata ospitata dalla Conferenza Episcopale Italiana e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, sono stati ricevuti da Bergoglio in Vaticano. “Il dialogo – il suo messaggio – è la via per conoscerci meglio e per collaborare a creare un clima non solo di tolleranza, ma anche di rispetto tra le religioni. La nostra forza è quella mite dell’incontro, non dell’estremismo che oggi affiora da varie parti e che conduce solo allo scontro”. Un concetto evocato anche nella serata inaugurale del meeting, svoltasi nelle stanze di Palazzo Cancelleria alla presenza del premier Giuseppe Conte e con gli interventi in apertura del rabbino Daniel Polish, a capo dell’International Jewish Committee on Interreligious Dialogue, e di Kurt Koch, presidente della vaticana Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo.

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(16 maggio 2019)