Mattarella al Memoriale

rassegna“L’abisso del male è inimmaginabile e il dovere della Memoria è la base per il futuro, per la convivenza del futuro”. È il messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ieri in visita al Memoriale della Shoah su invito della senatrice a vita Liliana Segre. “Mattarella – scrive Repubblica – è il primo presidente italiano a visitare il museo inaugurato nel 2013 attorno al Binario 21. Tutta l’emozione di Segre, che da qui partì a 13 anni verso Auschwitz con suo padre, si vede quando dopo mezz’ora esce, accompagnando un Mattarella commosso”. In una intervista il presidente del Memoriale Roberto Jarach afferma: “La visita del presidente è un riconoscimento importante del ruolo che il Memoriale può svolgere nella formazione delle coscienze giovanili del Paese. Siamo sicuri che avrà anche un impatto sulla diffusione della notizia che qui a Milano c’è un’istituzione di questo tipo, con queste finalità”.

“La nostra campagna elettorale è stata incentrata sul recuperare chi negli anni si era allontanato dalla comunità. Abbiamo visto con preoccupazione calare il numero degli iscritti, ma siamo la seconda comunità d’Italia e dobbiamo ritrovare la nostra unità”. Così Milo Hasbani, risultato vincitore alle elezioni comunitarie milanesi, al Corriere.

“Un Cristo inchiodato ad una svastica, un ebreo in fiamme, Hitler esaltato per gli stermini perpetrati dal nazismo, Anna Frank vilipesa. Meme razzisti, antisemiti e filonazisti”. A crearli, racconta il Corriere Fiorentino, un gruppo di ragazzi dai 12 ai 15 anni che poi li ha diffusi nelle chat studentesche di scuole medie e superiori di Arezzo.

Il Senato Accademico dell’Università Roma Tre ha aderito all’appello in difesa della Storia lanciato tra gli altri dalla senatrice Segre. “Si tratta di difendere l’oggettività del sapere, il ricorso alla fonte documentaria, l’importanza della Memoria. Noi siamo questo: l’università è preparare il futuro fondandolo sulla conoscenza del passato” sottolinea il rettore Luca Pietromarchi a Repubblica.

Un anno fa ci lasciava Philip Roth. Il Corriere lo celebra portando in edicola la sua raccolta di saggi ‘Perché scrivere?’, in vendita assieme al quotidiano.”Si può dire che tutta l’opera di Roth abbia al suo centro il tentativo di dare una risposta a quella domanda. È – si legge – un’ossessione, un destino, una condanna, una necessità, un diritto, spesso condiviso con altri amici scrittori, spesso legato al fatto di essere ebreo”.

“È l’ora che l’Europa si prenda le sue responsabilità. A essersi rimessi in marcia, infatti, sono i demoni della storia europea. Decine di migliaia di ebrei stanno lasciano la Francia, la Gran Bretagna e diversi Paesi dell’Est. Questa volta, per fortuna, hanno un posto in cui rifugiarsi, un luogo in cui sentirsi a casa. Ma un’Europa senza ebrei sarebbe ancora Europa?”. È l’interrogativo che si pone Fania Oz-Salzberger, protagonista nei prossimi giorni a Bologna, anche di un incontro al Museo ebraico, in una intervista con Avvenire. Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana segnala anche un convegno sul dialogo ebraico-cristiano che si è svolto a Padova. “Il convegno – si legge – si è concluso in collaborazione con il Festival biblico con l’intervento di Gadi Luzzatto Voghera su Shemuel David Luzzatto e il collegio rabbinico di Padova e la presentazione del volume La Bibbia dell’amicizia con Daniele Garrone, rav Adolfo Aharon Locci e Giulio Michelini”.

Si presenta oggi a Roma, al Museo ebraico, il volume “Argentieri piemontesi del ‘700. Trovati e ritrovati” (ed. Skirà) di Gianfranco Fina. A monte una storia affascinante, raccontata sulle pagine piemontesi de La Stampa. A confronto con l’autore Marcella Ansaldi, Claudia De Benedetti e Dora Liscia Bemporad, direttrici dei Musei ebraici di Venezia, Casale Monferrato e Firenze.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(22 maggio 2019)