L’Unione europea al voto
Si sono aperti ufficialmente alle 7, e resteranno aperti fino alle 23, i seggi per le elezioni europee in Italia. Sono quasi 51 milioni i cittadini chiamati a rinnovare il Parlamento europeo. L’Italia eleggerà 76 eurodeputati: 73 eletti si insedieranno subito mentre i restanti tre potranno farlo quando l’addio del Regno Unito all’Ue sarà giuridicamente effettivo (Repubblica). Gli italiani, scrive il Corriere, si “esprimeranno anche sugli equilibri tra M5S e Lega. Salvini vuole rafforzare la leadership e ribaltare i rapporti di forza rispetto alle Politiche. C’è chi pensa che, in caso di successo suo e delle liste di centrodestra, possa smarcarsi dall’alleato per andare al voto e proporsi come premier. I 5 Stelle hanno bisogno di non perdere terreno e di non farsi scavalcare dal Pd. Se dovessero franare, farebbero molta più fatica a far prevalere i loro provvedimenti nell’agenda dell’esecutivo”. I seggi sono aperti oggi anche per eleggere circa 3.800 sindaci e il presidente della Regione Piemonte.
Per un’Europa sociale. Secondo la politologa tedesca Ulrike Guérot l’Europa deve impegnarsi per essere più sociale, concentrarsi maggiormente sull’uguaglianza per rispondere alla rabbia degli esclusi. “Nel 1942 Hannah Arendt segnalava – afferma Guérot alla Stampa – come alla lunga la concentrazione cumulativa delle infrastrutture avrebbe portato alla concentrazione di potere e noi, da circa un secolo, assistiamo allo spostamento dalla periferia all’area super metropolitana, con le aree rurali che si spopolano ovunque e intere fette di Paesi che sono tagliate fuori dal funzionamento della società e che non sentono più lo Stato. Il mercato unico europeo ha aiutato questo processo con il risultato di avere una Berlino e una Milano vibranti ma solo per chi ci vive. Abbiamo sbagliato nel 1992, con il mercato e la moneta unica andavano introdotti il salario minimo comune, i centri per l’impiego, la fiscalità, le reti di trasporto europea. Oggi siamo come una casa senza tetto, ci piove dentro e Bruxelles pare pensare all’arredo”.
Storia, vaccino contro l’indifferenza. Rimettere la Storia al centro dei programmi scolastici perché è antidoto alla barbarie. A ribadirlo sulle pagine di Avvenire, la senatrice a vita Liliana Segre, che guarda con preoccupazione al presente, all’indifferenza crescente nei confronti dell’intolleranza e della violenza. “Lei mi chiede, in tutto questo, se si è rotto qualcosa… Forse si era rotto già da un po’, forse la rottura è avvenuta pian piano, con le parole oscene di esaltazione del fascismo e del nazismo. Solo che almeno prima ci si vergognava, adesso non ci si vergogna più di nulla. Le tragedie sono dovute proprio all’indifferenza dei più. Per uscirne, occorre una scelta libera, una scelta di coscienza come è stato nel mio caso”.
Germania, il pericolo antisemitismo. “Non raccomanderei agli ebrei di indossare sempre la kippah in ogni luogo della Germania”. Ad affermarlo, l’alto funzionario del governo tedesco contro l’antisemitismo, Felix Klein, intervistato dal Funke Mediengruppe. “La mia opinione – afferma – purtroppo è sfortunatamente cambiata rispetto al passato”. Negli ultimi anni, denuncia Klein, è diventato sempre più socialmente accettabile esprimere opinioni antisemite. Secondo Klein il 90% di chi commette reati di stampo antisemita si colloca nell’area di estrema destra, mentre in misura minore si tratta di musulmani che “guardano canali televisivi arabi, i quali veicolano una terribile immagine di Israele e degli ebrei” (Messaggero).
L’Italia del cattivo umore. Un paese in preda al malumore, a una forma di depressione collettiva. È la diagnosi di Furio Colombo sul Fatto quotidiano rispetto alla situazione dell’Italia. “In un ambiente di malumore, – scrive Colombo portando diversi esempi per la sua tesi- il vero valore è la sicurezza, che vuol dire un mondo chiuso in cui non passa nessuno, non gli esseri umani, e non si può entrare nemmeno nascendo, perché nascere in Italia viene visto come un inganno, nonostante la lingua, la scuola, la cultura, un fatto che irrita perché viene interpretato come un travestimento”.
Cybersicurezza targata Israele. Il Sole 24 Ore racconta in un ampio approfondimento il Cyberspark di Beersheva (nel Negev), il parco tecnologico che raggruppa una settantina di aziende da tutto il mondo e si propone come centro per lo sviluppo della sicurezza digitale.
Danzica, alternativa al nazionalismo. Su L’Espresso Wlodek Goldkorn racconta l’atmosfera che si respira a Danzica, città simbolo della Seconda guerra mondiale e dove oggi il sindaco Aleksandra Dulkiewicz cerca di costruire un’alternativa al nazionalismo. Lo fa portando avanti gli ideali del suo predecessore, Pawel Adamowicz, il sindaco assassinato nel gennaio scorso da un fanatico. “Sono passati appena quattro mesi dalla morte del mio sindaco. – spiega Dulkiewicz – E solo ora comincio a capire le mie emozioni. Ma so qual è la mia idea della città. È una città dove ciascuno vive bene. E sottolineo: ciascuno”.
Appuntamento a Milano. Al Teatro Franco Parenti (ore 21) di Milano Miriam Camerini presenta il suo libro Ricette e precetti, appena uscito per Giuntina (Avvenire). Sempre al Parenti Ferdinando Bruni sta portando invece in scena Kaddish di Allen Ginsberg. “Preghiera ebraica recitata per i funerali e i lutti, in Ginsberg è un ‘inno compiuto in lacrime’, – scrive il Corriere – un estenuante testamento emotivo, un feroce scavo nell’anima, un caldo blues che si perde in un groviglio di angoscia, di commozione, di pietà, d’amore e di terrore”.
L’ironia di Keret. Corriere Lettura propone uno degli ironici racconti brevi dello scrittore israeliano Etgar Keret, dal titolo “Compro compleanni. Pago bene”, tradotto da Alessandra Shmroni. “C’era una volta un uomo pieno di soldi. Tanti. Troppi, direbbero alcuni. – l’incipit del racconto – Ed era solo. Tanto. Troppo, converrebbero tutti. Ma un giorno fu felice: era la sua festa. Così felice che decise che avrebbe dovuto ripeterla più spesso. Ed ebbe un’idea fenomenale. La mise in pratica. Finché..”..
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked