Europa, i sovranisti non sfondano
Il trionfo della Lega. La tenuta del PD. Il crollo dei CinqueStelle. E guardando all’Europa l’ascesa complessiva dei sovranisti, con la simbolica affermazione dell’estrema destra di Marine Le Pen in Francia e di Nigel Farage nel Regno Unito. Un consenso in crescita non in grado comunque di intaccare l’assai probabile asse che andrà a formarsi tra Popolari, Socialdemocratici e Liberali. Decine di pagine di approfondimento su tutti i principali quotidiani in edicola per riflettere, a spoglio non concluso, in alcuni casi con solo le prime proiezioni a disposizione, su un voto vissuto come un vero e proprio spartiacque dall’opinione pubblica.
“I giovani salvano l’Europa” titola Repubblica facendo il punto sull’esito elettorale nei Paesi dell’Unione. “Una vera e propria mobilitazione popolare – scrive Alberto D’Argenio – salva l’Europa dai sovranisti. In 200 milioni si recano alle urne, con l’affluenza che arriva al 50,5%. È record. Non accadeva da 20 anni, ma era un altro millennio, un altro mondo. E così l’onda nera non sfonda”. In particolare, secondo Repubblica, “è la voce dei giovani a erigere la diga, spinti al voto per evitare che i più grandi compromettessero il loro futuro, come avvenuto nel 2016 con la Brexit”. Una sola cosa è certa, per Aldo Cazzullo (Corriere): “Siccome l’alleanza popolari-populisti per ora è impossibile, l’Italia di Salvini non troverà un’Europa accondiscendente. Bruxelles e Roma possono scegliere la via del dialogo, che può ancora salvare ogni cosa; o quella della rottura, che sarebbe un disastro per tutti”. Per Danilo Taino, il sorpasso del movimento di Marine Le Pen su quello di Emmanuel Macron ha comunque “la potenzialità di cambiare la conversazione politica in tutta Europa”.
“L’Europa politicamente più eterogenea, forse più appassionata e difficile da gestire che promettevano i sondaggi è arrivata” sottolinea Attilio Geroni sul Sole 24 Ore. “Sono cresciute le forze populiste, non abbastanza da ribaltare i rapporti di forza, e anche questo era atteso. E ha tenuto bene il fronte europeista, forse meglio del previsto e grazie anche a un’importante avanzata dei Verdi. Si sono però indeboliti i governi di Germania e Francia, complicazione non da poco vista la strada intrapresa dall’Italia”. La Stampa ospita una riflessione del filosofo francese Bernard Henri Levy, che scrive: “Lo tsunami annunciato dal partito di Putin, dagli amici di Donald Trump, dai commessi viaggiatori dello sciovinismo identitario di Steve Bannon non si è prodotto. E, se si considera la buona tenuta, su scala continentale di certi partiti tradizionali, come, in Italia, del Partito Democratico, i rapporti di forza al parlamento di Strasburgo non saranno molto diversi, nella prossima assemblea, da quella precedente. La battaglia, in altre parole, continua ancora”.
Nel giorno delle elezioni europee fanno parlare anche le dichiarazioni del responsabile governativo per la lotta all’antisemitismo, Felix Klein, che ieri ha detto: “Non è consigliabile per gli ebrei tedeschi di indossare la kippah. Almeno, non ovunque in Germania”. Ad aprile dello scorso anno, ricorda Repubblica, era stato il presidente della Comunità ebraica tedesca Josef Schuster a sconsigliare agli ebrei di girare per le grandi città tedesche con questo segno riconoscibile di identità.
Il rabbino capo di Milano e presidente Ari rav Alfonso Arbib, in una intervista con il Corriere afferma: “È grave che si chieda agli ebrei di non mettere la kippah in pubblico. E tuttavia mi colpisce in modo particolare il senso di impotenza che traspare dalle parole di Felix Klein, peraltro una persona vicina agli ebrei: è terribile che non si sappia cosa fare”.
È il cavaliere Daniel Bluman, 29enne nato a Medellin, ma con cittadinanza israeliana, ad aggiudicarsi il prestigioso Gran Premio Roma. “Sorpresa Bluman, la stella di David” titola il Corriere dello Sport. In una intervista con la Gazzetta, Bluman dichiara: “Mio nonno sopravvisse ad Auschwitz. L’orgoglio e il legame con il popolo di Israele è sempre stato fortissimo. Una sensibilità condivisa con diversi colleghi ebrei del circuito. Così, insieme ad altri cavalieri e proprietari di origine ebraica nel 2016 abbiamo deciso di creare una squadra di salto ostacoli per rappresentare Israele. Eccoci, qua”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(27 maggio 2019)