Israele, la Knesset si scioglie A settembre nuove elezioni
Non era mai accaduto prima. Israele tornerà alle urne per la seconda volta nello stesso anno dopo che la Knesset ha votato ieri notte per il proprio scioglimento. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu non è riuscito, scrive il Corriere, “a chiudere le trattative per formare la coalizione, ha esaurito i 28 giorni (più l’estensione di 14) e ha preferito riportare Israele in campagna elettorale piuttosto che lasciare al presidente Reuven Rivlin la possibilità di affidare il mandato a un altro leader politico”. Dopo un aspro dibattito di 12 ore, i parlamentari hanno votato 74 a 45 a favore del disegno di legge redatto dal Likud per sciogliere la 21a Knesset e tenere nuove elezioni il 17 settembre. Netanyahu, poco dopo il voto, ha accusato il leader del partito nazionalista Israel Beitenu Avigdor Lieberman di essere l’unico responsabile del ritorno alle urne. “Lieberman ora fa parte della sinistra. Distrugge i governi di destra. Non credetegli di nuovo”, le parole del Premier contro l’ex alleato. Il leader di Israel Beitenu ha dichiarato di non aver accettato l’accordo di coalizione per la mancata previsione in quest’ultimo dell’approvazione della legge per estendere il servizio militare a un numero maggiore di giovani religiosi.
Roma, Memoria sfregiata. “Non un atto vandalico ma una provocazione studiata”. Così il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni in un’intervista al Corriere in riferimento al vergognoso episodio avvenuto nel centro della Capitale all’alba di ieri: “qualcuno ha coperto con un lugubre adesivo una pietra d’inciampo”, sottolinea il quotidiano, spiegando che inizialmente la “Comunità ebraica avrebbe preferito che la notizia non venisse diffusa, perché in questo caso diventano pericolosi anche gli emulatori”. La scritta sull’adesivo recitava in tedesco “Gli assassini tornano sempre sul luogo del delitto”. E per il rav si tratta di un atto premeditato: “Mi preoccupa – afferma Di Segni – questo vento strano che soffia in giro e che bisogna assolutamente bloccare. Bisogna rafforzare la vigilanza, arginare in tutti i modi quest’ondata di odio che permette anche al razzismo più becero di manifestarsi”.
Corbyn che non caccia gli antisemiti. Il laburista Alastair Campbell, già portavoce e spin doctor dell’ex premier Tony Blair, è stato messo alla porta dal leader del suo partito, Jeremy Corbyn, per aver detto in televisione – a urne chiuse – di aver votato alle europee per i Liberal-democratici e non per il Labour. Una scelta legata a posizioni divergenti su Brexit ma, come fa notare Antonello Guerrera su Repubblica intervistando proprio Campbell, salta all’occhio un elemento: “Lei è stato espulso immediatamente, – sottolinea Guerrera – mentre decine di iscritti laburisti sospettati di antisemitismo non sono stati espulsi e a volte nemmeno ‘processati’ nel partito, tanto che è stata appena aperta un’inchiesta”. “Il fallimento nell’affrontare il problema dell’antisemitismo all’interno del partito – spiega Campbell- fa capire ancora di più quanto il Labour abbia perso i suoi valori fondamentali e oggi sia ostaggio dell’incompetenza”.
Economia, Storia e le parole del populismo. Prende il via oggi a Trento il 14° Festival dell’Economia incentrato sul tema della “Globalizzazione, nazionalismo e rappresentanza”. Tra gli ospiti Alberto Mario Banti, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Pisa, di cui Repubblica e La Stampa ospitano oggi un’analisi sull’origine della retorica populista e del perché i partiti che la usano hanno successo. “La loro narrazione è semplice – scrive Banti – : ‘La colpa delle nostre sventure è della finanza internazionale (magari ebraica) ; delle caste politiche nazionali; dei tecnocrati dell’Unione Europea; la colpa è dei flussi migratori; o comunque dei migranti che costituiscono una minaccia alla nostra prosperità, perché sono portatori di culture e identità religiose del tutto estranee alle nostre e dunque, recuperiamo la sovranità nazionale, e potremo fare politiche a sostegno del popolo; prima gli italiani; prima i francesi; difendiamo la cultura ungherese; difendiamo l’identità polacca; e facciamolo in ragione delle differenze etniche, religiose, culturali, che ci separano da questi nostri nemici’. Ecco: questo è lo storytelling dei movimenti populisti di destra”.
Fiumicino e i simboli da coprire. Una svastica che deturpa le parole di William Shakespeare, una croce celtica su quelle di Francesco Petrarca: sono stati ricoperti da simboli nazisti i volantini poetici affissi a Fiumicino. L’iniziativa culturale che martedì ha invaso la città con sonetti romantici, molti dei quali a nascondere i graffiti di Forza Nuova è stata sfregiata: il centro del comune è stato infatti sfigurato da decine di simboli nazisti e fascisti, riporta il Corriere.
I giudaismi. Il nuovo numero di Humanitas, a cura di Massimo Giuliani è dedicato al tema dei “Giudaismi. Pluralismo diacronico e sincronico”. Ad aprire il volume, riporta Avvenire, un intervento di Catherine Chalier su “Unità a pluralità”. A firmare, tra gli altri, i contributi: Davide Assael (“L’ebraismo fra identità e relazione”), Anna Linda Callow e Cosimo Nicolini Coen (“Ebraico e soggettività”).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked