L’amore per i libri

francesco bassanoAnche su queste pagine, con l’intervista al presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi, si parla di “mancanza di letture, come emergenza nazionale”. Molte sono le ipotesi valutate negli ultimi tempi per comprendere le ragioni di questa emergenza, tra cui un interessante articolo di Claudio Morici, uscito su Internazionale, riguardante la chiusura in Italia di numerose librerie a conduzioni familiare – dal 2010 al 2016 circa trecento.
Tutte le analisi concordano sul ruolo delle istituzioni che con lo scopo di incentivare la lettura dovrebbero rafforzare le librerie, le biblioteche e le scuole.
A proposito di scuola, con l’arrivo delle vacanze estive riflettevo sul fatto che nel mio percorso scolastico, rarissime volte gli insegnanti mi hanno proposto libri da leggere sotto l’ombrellone o sulla neve. Stessa cosa accade adesso a mio figlio di otto anni, il quale per le vacanze si è ritrovato soltanto il solito manuale diviso per settimane con la lezione da fare durante questi tre mesi, ma nessuna lettura proposta. O meglio una lettura c’è, un libretto allegato al manuale con due celebri fiabe di Jacob e Wilhelm Grimm (!). Molto carine vero, se non fosse che quelle fiabe lui, e penso qualunque bambino, le conosce a memoria e quindi non le degnerà mai di uno sguardo, e a che quell’età i bambini leggono già in solitaria Roald Dahl o la serie di Harry Potter.
In realtà, forse, i libri consigliati da un insegnante per le vacanze non sono sempre amati, potrebbero venire accolti come un’imposizione e non come un qualcosa di piacevole. Le letture anche i bambini preferiscono sceglierle per conto proprio, magari con l’aiuto di un genitore. Inoltre, rispetto agli anni in cui ero bambino io, le scuole sembrano – almeno quelle con le quali ho avuto a che fare – più impegnate nel promuovere libri e occasioni di lettura all’interno di programmi scolastici e extra-scolastici. Così ho preferito astenermi dal fare la solita parte del babbo polemico e rompiscatole che interviene sull’operato di un maestro certamente più esperto del sottoscritto. Però un po’ la domanda resta: in un paese dove, come ricorda anche Morici, soltanto quattro italiani su dieci leggono almeno un libro all’anno, se un bambino ha i genitori che si trovano in mezzo agli altri sei, e la scuola non sempre propone libri, come si giunge all’amore per questi?
Probabilmente, ci penseranno i social networks, i politici del “cambiamento”, e la TV… purtroppo temo di essere ironico.

Francesco Moises Bassano

(14 giugno 2019)