UCEI – Il mikveh di Siracusa,
necessario fare chiarezza

L’unico mikveh presente a Ortigia – Siracusa – è quello ubicato in via Allagona 52. A chiarirlo, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in una lettera destinata all’Istituto di Scienze Religiose di Siracusa. L’UCEI è intervenuta per precisare in modo fermo e chiaro come nella città siciliana non vi siano altri mikveh, bagni rituali, riconosciuti ufficialmente dall’Unione stessa. Non lo è dunque quello che una recente iniziativa locale segnalava come tale e che troverebbe posto sotto la Chiesa di San Filippo Apostolo. “La situazione è questa – spiega rav Gadi Piperno, coordinatore del Progetto Meridione dell’UCEI – a Siracusa c’è un mikveh che è quello che sta nell’interno di un residence (in via Allagona 52), scoperto oramai 30 anni fa e diventato una grande attrazione internazionale. Non lontano da là, presso la Chiesa di San Filippo, andando nei sotterranei, c’è una scala a chiocciola che porta a un pozzo. Da lì, si è cominciato a dire che anche quello fosse un mikveh, è una cosa che non è mai stata confermata ma io non sono un esperto in materia. Mentre quello del residence lo è senz’altro, oltretutto è attaccato a quello che era un bet haknesset (una sinagoga)”, sottolinea rav Piperno. Il mikveh di via Allagoni è stato scoperto durante lavori di ristrutturazione ed è ritenuto uno dei più antichi d’Europa. Fino alla cacciata degli ebrei del 1492 da territori sotto dominazione spagnola, si ritiene vivessero nel siracusano circa 5mila ebrei e che nel quartiere ebraico vi fossero botteghe, un ospedale, il mercato, il macello, 12 sinagoghe e 3 mikveh.