Trump approva l’attacco
(ma poi lo annulla)

rassegnaDonald Trump avrebbe approvato attacchi militari mirati contro l’Iran dopo l’abbattimento di un drone Usa. Poi, in un secondo momento, avrebbe cambiato idea. “Un errore molto grave”: così il presidente americano aveva definito l’iniziativa iraniana, che apre comunque uno scenario di tensione ad altissimo rischio per tutta la regione. Scrive La Stampa a proposito di quanto accaduto nelle scorse ore: “Il duello nel Golfo è salito di un altro gradino ieri all’alba, quando un drone di sorveglianza americano è stato abbattuto sopra la sottile striscia di mare che divide le coste iraniane da quelle degli Emirati e dell’Oman, lo Stretto di Hormuz, oggi il punto più caldo al mondo”.
Per Nicholas Kristof, editorialista del New York Times di cui Repubblica traduce un intervento, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. “Se l’escalation continua – sostiene Kristof – gli alleati dell’Iran potrebbero colpire gli americani, in Iraq, in Siria e in altri Paesi, e c’è anche il rischio che Hezbollah lanci razzi contro Israele per scatenare una nuova guerra israelo-libanese”.
“Quanto sta accadendo dipende dalle decisioni del regime di Teheran: sono tutte azioni di portata limitata, che non fanno vittime americane né prendono di mira direttamente obiettivi Usa, ma possono produrre danni economici molto gravi” sottolinea il politologo Vali Nasr in una intervista con il Corriere.

Su Repubblica Michele Serra riflette sulla crisi dell’antifascismo e sulle responsabilità della destra nello sdoganamento di un certo tipo di impulsi e manifestazioni. “Finalmente – scrive – qualcosa che non può essere imputato alla sinistra, no davvero: il nuovo fascismo italiano, i pestaggi romani contro i ragazzi del cinema America (apostrofati e picchiati, si badi bene, in quanto ‘antifascisti’), le aggressioni omofobe e antisemite, le intimidazioni di strada e on line, i brindisi per il compleanno di Hitler, il reclutamento nero (almeno ventennale) nelle curve degli stadi, la lenta e inesorabile trasformazione di Roma, capitale del Paese, nella capitale dell’estremismo di destra”.

Il Corriere ospita una riflessione sui Giochi Olimpici e sul loro messaggio universale dell’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, che afferma: “A volte persino le Olimpiadi sono state segnate da violenza, dall’assassinio degli atleti israeliani sino alla trasformazione degli impianti di Sarajevo in campi di sterminio. Ma le luci e le ombre della storia del mondo non ci impediscono di migliorare e non arrivano a togliere alcunché al valore intrinseco dello Spirito Olimpico”.

Il Venerdì di Repubblica parla di Omri Padan, capo della Mc Donald’s israeliana e fondatore di Peace Now, e della scelta di non aprire attività in Cisgiordania. Una posizione che ha suscitato risentimento e richiesta di boicottaggio della multinazionale da parte di alcuni gruppi di destra. Padan ha comunque precisato, si legge nell’articolo, “che è al quartier generale di Chicago che non vogliono filiali in Cisgiordania: non per un boicottaggio, ma per il rispetto della legalità dettata dalle risoluzioni Onu”.

Il Corriere, nelle sue pagine locali, segnala la mostra “La Casa della Vita. Ori e Storie intorno all’antico cimitero ebraico di Bologna”, inaugurata al Museo ebraico della città emiliana. “Una settantina – si legge – i pezzi selezionati, risalenti a un periodo che va dalla fine del ‘300 alla seconda metà del ‘500, per il momento in prestito ma destinati in futuro a rimanere in deposito al Museo Ebraico, che festeggia i suoi vent’anni di attività”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(21 giugno 2019)