50 miliardi per i palestinesi
Il piano della Casa Bianca

rassegnaLa Casa Bianca ha annunciato ieri il progetto “Peace To Prosperity”: 50 miliardi di investimenti distribuiti in 10 anni a favore “del popolo palestinese”. Un progetto – a cui lavora da due anni il genero del presidente Trump, Jared Kushner – che vuole essere una leva finanziaria con cui Washington spera di poter “portare la pace nel Medio Oriente”, chiudendo il conflitto tra tra israeliani e palestinesi. Lo schema del progetto economico è stato pubblicato in vista della conferenza che si terrà il 25 e 26 giugno a Manama, la capitale del Bahrain, per incoraggiare i paesi interessati del Medio Oriente e dell’Europa ad appoggiare l’iniziativa e fare donazioni. “Verrà creata una banca internazionale con il supporto del Fondo Monetario Internazionale e della World Bank, – spiega Repubblica – che gestirà investimenti per 50 miliardi di dollari in 10 anni. Sarà creato un fondo che finanzierà infrastrutture in Palestina, ma investirà soldi anche nella regione, come nella penisola egiziana del Sinai, vicino alla Striscia di Gaza, quindi in Egitto, in Giordania, in Libano. Perla Palestina sono previsti 27,5 miliardi di dollari (Cisgiordania e Gaza). Vengono previsti 9,1 miliardi per l’Egitto, 7,4 per la Giordania e 6,3 per il Libano”. Non si parla delle questioni politiche, in particolare di Stato palestinese e di Gerusalemme: questa parte del progetto dovrebbe essere annunciata dopo le elezioni israeliane di settembre. Intanto i palestinesi hanno già rifiutato il piano: “rimproverano – spiega La Stampa – a Trump e Kushner di avere una visione mercantilista, pensando di poter comprare la loro rinuncia alla creazione di uno stato”.

Nuove sanzioni per l’Iran. Il presidente Usa Trump sceglie di abbassare il livello dello scontro con l’Iran, dopo le tensioni delle ultime settimane. “L’opzione militare è sempre sul tavolo fino a che non avremo risolto questo problema. Probabilmente l’abbattimento del nostro drone è stato intenzionale. Ma ho l’impressione che abbiamo molto tempo davanti. L’Iran non avrà mai armi nucleari. Vuole diventare di nuovo una grande nazione? Per me va bene”, le sue parole. Nel mentre ha annunciato nuove sanzioni per tenere sotto pressione il regime di Teheran mentre da giovedì sono in corso una serie di cyber attacchi lanciati dagli Usa per bloccare i sistemi di controllo dei missili iraniani (La Stampa e Repubblica).

I 100 anni di Primo Levi. Su L’Espresso dialogo tra il giornalista Wlodek Goldkorn e il saggista e critico letterario Marco Belpoliti dedicato al ruolo del grande scrittore torinese e Testimone della Shoah Primo Levi nella cultura italiana e internazionale. “Non è stato solo il testimone di Auschwitz ma ha indagato l’animo umano. A un secolo dalla nascita, è il momento di riconoscere in lui un autore universale che parla di vita e non di annientamento”. Primo Levi, come ricorda l’Espresso in una breve bio, nacque a Torino il 31 luglio 1919. Sul sito del Centro Primo Levi (www.primolevi.it) il calendario delle iniziative dedicate all’importante centenario.

Fake news italiane ancora online. Sono tornate alla carica con un altro nome le diverse pagine di fakenews italiane, tra cui quelle che fanno riferimento a Lega e Movimento Cinque Stelle, che erano state chiuse a maggio da Facebook. Lo denuncia un’inchiesta del Mattino: “Nel grande network della violenza allestito da fan di Lega, M5s e altre forze di estrema destra, – scrive il quotidiano – continuano a fabbricare bufale a getto continuo almeno un’altra novantina di pagine. Avaaz, l’ong che le aveva segnalate a maggio scorso nel suo report, era riuscita a farne chiudere 23 su 111. Ma a piede libero, ne restano ancora tantissime”.

Germania, fermare i neonazisti. La cancelliera tedesca Angela Merkel chiede di inasprire la lotta contro i neonazisti. Intervenendo al Kirchentag della Chiesa protestante, a quasi tre settimane dall’omicidio di Walter Luebcke (Cdu) da parte di un 45enne simpatizzante neonazista, Merkel ha sottolineato che i neonazisti “devono essere combattuti dall’inizio e senza alcun tabù” (Gazzetta).

Nora Ephron, tra giornalismo e commedie romantiche. “Non aveva alcun timore di essere politicamente scorretta, dall’alto di un’autorevolezza conquistata con molte battaglie per la difesa dei diritti delle donne, a cominciare da una causa vinta contro Newsweek per discriminazione di genere. Parlava con un’ironia tagliente e irresistibile, che nasceva in reazione a delusioni e tradimenti strazianti, ma aveva l’intelligenza di prendere in giro innanzitutto sé stessa”, così Antonio Monda su La Stampa ricorda Nora Ephron, giornalista newyorkese, di origine ebraiche, che diventò regina della commedia romantica.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked