Machiavelli, Savonarola e la Sea Watch
La figura di Antigone ha conosciuto in questi giorni un improvviso ritorno di popolarità, dopo che per decenni era rimasta confinata nel recinto delle rappresentazioni estive del Teatro greco di Siracusa. In un paio di giorni mi è capitato di leggere in almeno tre occasioni lo stesso riferimento, all’interno di pensosi articoli che utilizzavano la citazione per sostenere la liceità del rifiuto di una legge ingiusta. Al di là della leggera differenza di contesto, sarebbe bene ricordare che nel caso di cui si parla – l’arresto della comandante della nave “Sea Watch” – difficilmente si può sostenere che la legge in questione sia ingiusta (può essere ritenuta ingiusta una legge che punisce l’attacco a una nave militare?); caso mai può essere contestata l’applicazione della legge al caso concreto. D’altra parte, se si volesse procedere a colpi di citazioni classiche, si potrebbe tirar fuori l’ultimo dialogo di Platone – “Le Leggi” – con la plastica raffigurazione delle leggi che nella loro maestosità chiedono il rispetto da parte di tutti i cittadini.
A me pare tuttavia che questi riferimenti – nella loro astrattezza – non ci aiutino molto a comprendere il senso delle posizioni che sono in discussione in questi giorni. Se proprio ci si vuol far aiutare con dei riferimenti storici – e talvolta questo può essere utile – più appropriato mi sembra ricorrere alle due figure più emblematiche del pensiero politico italiano – Niccolò Machiavelli e Girolamo Savonarola. Machiavelli e Savonarola impersonano due atteggiamenti ricorrenti in tutta la storia italiana (e non solo): se la politica abbia per fine il rafforzamento e la difesa dello Stato e il benessere dei cittadini oppure la costruzione di città ideali abitate da “uomini nuovi” nelle quali trionfi la virtù e il vizio venga combattuto a opera dello Stato stesso.
A lungo la destra e la sinistra si sono contese in Italia l’eredità di Machiavelli, considerando il programma di Savonarola legato a un tempo ormai tramontato, tanto che – per mantenere aperta la dicotomia cara al pensiero binario – a Machiavelli si era soliti contrapporre Francesco Guicciardini, trascurando il fatto che il pensiero di quest’ultimo fosse più vicino a quello del Segretario fiorentino di quanto la vulgata abbia voluto far credere. Destra e sinistra si erano, a ragione, contese l’eredità di Machiavelli perché la prima ne metteva in evidenza gli aspetti legati alla costruzione e alla difesa dello Stato (c’è stato un tempo in cui la destra riteneva questi i suoi valori primari); la seconda ne apprezzava la lezione di realismo, che faceva uscire il pensiero rivoluzionario dalle secche dell’utopismo (e il riferimento alle “Note su Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno” di Antonio Gramsci è inevitabile). Va notato che, nella diversità delle interpretazioni, il comune riferimento al pensiero di Machiavelli faceva sì che esistesse un terreno culturale condiviso.
Oggi sembra che tutto si sia rovesciato e di nuovo – inaspettatamente – il frate ferrarese si stia prendendo la propria rivincita. Si è tornati a far prevalere la costruzione di utopie astratte sul realismo politico; e inevitabilmente questa regressione porta con sé il ritorno a riferimenti politico-religiosi che si pensava appartenessero ormai al passato. Qualche tempo fa – in una sede diversa da “Moked” – scrivevo scherzosamente, ma non troppo, che in Italia si contrappongono ormai due partiti: il partito del Rosario e quello del Papa. A quali partiti facevo riferimento è trasparente. Questa contrapposizione tra il partito del Rosario e quello del Papa la ritroviamo anche nel caso della Sea Watch. Tuttavia tra le due posizioni una differenza c’è: il riferimento al Rosario come valore di riferimento della Nuova Destra è, oltre che strumentale, molto elastico e può coprire le posizioni più diverse, come infatti avviene. Mentre il riferimento al Papa, cioè alle posizioni della Chiesa cattolica, è molto più cogente, e infatti vediamo come, nel caso della Sea Watch come in mille altri, la sinistra non fa che adeguarsi senza alcuna originalità a quelle posizioni.
D’altra parte la crisi del marxismo come sistema culturale di riferimento – conseguenza del crollo dei sistemi comunisti – ha lasciato la sinistra italiana senza difese, dopo che l’egemonia del PCI aveva fatto piazza pulita di qualunque altra forma di cultura politica della sinistra. E così cinque secoli dopo Savonarola si prende la sua rivincita su Machiavelli e su qualunque forma di realismo politico.
Valentino Baldacci