Un profondo disagio ci attraversa
Il capitano della Sea Watch viene arrestato. Insulti sessisti (locuzione asciutta ed asettica dietro la quale si celano maledizioni nauseabonde sciorinate come un ritornello). Insieme a lei, le cantanti Emma Marrone e Paola Turci che hanno osato, si legge nella gran parte dei media, ‘difenderla’ – ove per difesa si intende il mero esprimersi contro la deriva di minacce ed offese che hanno accompagnato la vicenda di Carola Rakete. Prima ancora, e sempre sulla Sea Watch ma dall’altra parte del mare, gli attacchi a Giorgia Meloni. E ancor prima, le offese dilagate soprattutto sui social contro l’allora presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.
Ma anche fuori dall’ambito cosiddetto politico (chissà perché mi pareva piuttosto una mera questione morale) il cielo non è molto più roseo, se una giovane donna, la quale ha osato arbitrare una partita di calcio nel pulito e civile nord Italia di prima gli italiani, ha potuto essere oggetto di gesti osceni ed aggressioni verbali che per una volta hanno superato il divario generazionale e le tensioni di solito caratterizzanti il rapporto tra genitori e figli adolescenti.
Un sottile disagio ci attraversa (da intendersi non come plurale maiestatis, ma come collettività ebraica): vero che siamo stati stranieri in terra d’Egitto ma il contesto era assai diverso e non avevamo a che fare con il progressivo arretramento della cosa pubblica (che allora era anzi in costruzione), vero anche che Trump è un po’ folkloristico ma da qui a definirlo sessista e misogino non esageriamo: è un sostenitore di Israele e in tempi di crescente antisemitismo possiamo forse sottilizzare? Un profondo disagio ci attraversa.
Valentino Baldacci