International Edition – Musica, linguaggio di libertà

Schermata 2019-07-09 alle 13.18.58Sull’edizione di Pagine Ebraiche dedicata al pubblico internazionale la notizia degli sviluppi del progetto della Cittadella della musica concentrazionaria che sorgerà a Barletta, città natale del maestro Francesco Lotoro, che ha dedicato la sua carriera alla raccolta, catalogazione ed esecuzione della musica prodotta nei campi di concentramento, e in particolare degli anni tra il 1933 e il 1953 (traduzione in inglese di Mattia Stefani e Claudia Azzalini, studenti della Scuola traduttori e interpreti di Trieste che stanno svolgendo il proprio tirocinio nella redazione di Pagine Ebraiche).
Estate stagione di sapori. Nell’ultima uscita di Pagine Ebraiche International Edition, spazio alla celebrazione di due prodotti particolarmente amati in Italia: i fiori di zucca e le amarene. Nel primo caso, il prelibato ortaggio, che fritto non ha rivali, è al centro del Double Life di Daniela Fubini, che racconta i tentativi di coltivare le piante di zucchina in Israele, dove la ricetta è ancora poco conosciuta. Le amarene invece sono protagoniste di un articolo del Tablet proposto nella rubrica Italics, che non manca di ricordare come le crostate con ricotta e visciole sono uno dei dolci più popolari di Boccione, iconica pasticceria dell’antico quartiere ebraico di Roma.

A proposito del periodo precedente ed immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano ha lanciato un appello a chiunque abbia in suo possesso filmati d’epoca che possano gettare luce sulla vita ebraica in Italia in quel periodo di consegnarli per permetterne la digitalizzazione e l’archiviazione.

“Come ebrei italiani siamo consapevoli del valore inestimabile di un’Europa unita, oggi minacciata dal risorgere di inquietanti nazionalismi, populismi e sovranismi. È necessario salvaguardare il valore delle istituzioni europee da chi cerca di delegittimarle e al contempo servono risposte concrete alle preoccupazioni dei cittadini su temi come sicurezza, legalità, tutela delle radici culturali. Il tutto, senza sacrificare i 70 anni di pace e convivenza costruiti sulle ceneri del Secondo conflitto mondiale. Sfide importanti che siamo fiduciosi i nostri rappresentanti europei sapranno cogliere”. Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in un messaggio a David Sassoli, neo-eletto presidente del Parlamento europeo.

Infine è il tedesco questa settimana la lingua di Bechol Lashon, con una riflessione di Dario Calimani, professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia, a proposito di come sarebbe bene affrontare una disputa.

“Vi sono sempre almeno due modi di affrontare una disputa. Uno è barricandosi in trincea e sparando ad alzo zero contro il nemico, considerandone solo le responsabilità e le colpe. Non si concedono attenuanti, non si ammettono responsabilità e colpe proprie. Così si appura chi sia il più forte, si mettono alla prova i limiti di resistenza e la capacità di reagire del nemico,” scrive Calimani. “Un altro modo di affrontare le dispute è quello, in primis, di concedere al contendente (non un nemico) le sue ragioni, considerando le critiche che ci vengono mosse e, magari, le nostre responsabilità. È un percorso impegnativo, naturalmente, in quanto potrebbe implicare, per noi, la necessità di cambiare qualcosa nel nostro agire e riconoscere, con una certa misura di umiltà, che le obiezioni sollevate dall’altro hanno qualche fondamento” (a firmare la traduzione in tedesco Sara Facelli e Anna Zanette).

rt