Rifugiati, la proposta tedesca
Il tema dei rifugiati continua ad animare il confronto su scala europea. “C’è bisogno di un’alleanza tra i Paesi disposti a dare una mano per dar vita a un meccanismo obbligatorio di ripartizione” la proposta di Heiko Maas, ministro degli Esteri tedesco. “Probabilmente concordata con la cancelliera Merkel – scrive il Corriere – la proposta di Maas ha un sostenitore inatteso in seno al governo federale: è il ministro degli Interni Horst Seehofer, per una breve stagione compare di Matteo Salvini, lo stesso che ha ideato il piano di deportazione dei migranti che si trovano sul territorio tedesco ma sono arrivati in altri Paesi dell’Unione, con i cosiddetti movimenti secondari”.
Elementi del gruppo terroristico Hamas sarebbero attivi in Libano e Turchia con l’obiettivo di colpire Israele. A svelare l’esistenza di questa unità segreta, spiega La Stampa, è stato un ‘pentito’ di Hamas: “La creazione risale al 2014, dipende dal comando militare di Hamas a Gaza, e i suoi scopi non vengono rivelati ai Paesi dove opera al fine di godere di maggiore libertà di azione”. Se in alcuni Paesi è stata dichiarata un’organizzazione terroristica, viene ricordato, “in altri, come la Turchia, Hamas gode di sostegno ufficiale, soprattutto dopo che Ankara si è stretta ancor più intorno alla causa palestinese in seguito al riconoscimento Usa di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico e della sovranità israeliana sulle Alture del Golan”.
L’interesse dei media è anche rivolto allo scontro tra Stati Uniti e Iran. Tra i fatti più significativi degli ultimi giorni la decisione della Casa Bianca di togliere dalla lista nera Mohammad Javad Zarif, il ministro degli Esteri di Teheran. Nuovi atteggiamenti, segnala La Stampa, alimentano intanto la sensazione che l’America di Donald Trump “stia cercando un nuovo accordo e non la guerra”. Al riguardo viene riportata una dichiarazione dell’ex ambasciatore britannico a Washington, Sir Kim Darroch, secondo cui Trump si sarebbe ritirato dall’intesa del 2015 sul nucleare “soltanto per far dispetto a Barack Obama”.
Non nuovo a celebrazioni a dir poco surreali del dittatore fascista, Libero oggi titola: “Mussolini il premier più ecologista d’Italia”. Basandosi su alcune cronache del 1930 di Guareschi in cui si magnificavano i meriti del fascismo in questo campo, il quotidiano diretto da Feltri attacca: “Chissà cosa ne direbbero Greta Thunberg e tutti i profeti del prossimo, inevitabile disastro ambientale dovuto all’inquinamento”. Per Libero si tratterebbe di uno “schiaffo alla sinistra”.
Inquietante la notizia che arriva nel frattempo da Erba, dove nelle prossime ore sarà discussa una mozione presentata dal centrodestra che punta a far dedicare una via ad Alberto Airoldi, nonno dell’attuale sindaca, che di Erba fu il podestà repubblichino e antisemita. “La destra schiacciastoria – scrive il Fatto Quotidiano – riduce fascismo e antifascismo sullo stesso piano, nebulizza e manipola il passato, quel che è peggio, offende la memoria”.
Per quanto riguarda Israele, scontro interno al governo dopo le parole del ministro dell’Educazione, il rabbino Rafi Peretz, che si è detto favorevole a una “terapia di conversione dei gay”. Ad intervenire, oltre all’opposizione, è stato anche il premier Benjamin Netanyahu. Il Primo ministro, spiega Il Giornale, ha detto che tali osservazioni sono “inaccettabili” e “non riflettono la posizione del governo”.
La Stampa pubblica un breve racconto di Nathan Englander, tra i più originali scrittori americani. Nel 2012, si ricorda, ha sfiorato il Pulitzer con Di cosa parliamo quando parliamo di Anna Frank.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(15 febbraio 2019)