L’ombra del suprematismo

rassegnaL’ombra del suprematismo anche nell’ultima strage compiuta in California, al Girloy Garlic Festival. Il killer ha appena 19 anni ed è di origini italiane e iraniane. Ma c’è di più, scrive La Stampa, perché secondo quanto riportato dai media americani “avrebbe condiviso posizioni suprematiste pubblicate sul suo account social”. C’è poi il riferimento a un libro di un suprematista bianco del 1890, Might is Right, scritto con lo pseudonimo di Ragnar Redbeard. Un libro che “include principi razzisti e dichiara la superiorità della razza anglosassone”.

Le elezioni israeliane tornano al centro dell’attenzione, mentre vanno completandosi gli ultimi schieramenti in lizza a settembre. Repubblica si concentra oggi sulla figura dell’ex ministra Ayelet Shaked, che sarà alla guida della formazione Destra Unita.
La sua azione politica negli anni al governo è presentata così: “Nei suoi quattro anni da ministra si è distinta per le posizioni durissime contro i palestinesi, per aver imposto alle Ong che operano in Israele regole di registrazione contestatissime e per aver collaborato alla stesura dei progetti di legge sulla limitazione dei poteri della Corte suprema e sul riconoscimento di Israele come Stato-nazione del popolo ebraico, che esclude la popolazione di origine araba da molti diritti riservati ai cittadini di religione ebraica”.

Il corrispondente dal Medio Oriente Davide Frattini presenta sul Corriere “Dispacci dal Levante”, la nuova newsletter che sarà pubblicata ogni giovedì. “Quel pezzo di Mediterraneo chiamato Levante non è solo il Medio Oriente delle guerre tra Israele e gli arabi e tra gli arabi e gli arabi. Sono anche gli ulivi e l’olio d’oliva, le melanzane, la Grecia più levantina (appunto) che europea, il colore delle rocce, il caffè preparato da un barista di Tel Aviv con la barba hipster o speziato da un vecchio libanese con la barba devota. I tratti comuni – sottolinea il giornalista – superano le frontiere rese insuperabili dai conflitti”.

Il Foglio presenta l’ultimo allarmante rapporto dell’Unione Europea sull’antisemitismo, concentrato in particolare sulla percezione del fenomeno dei giovani ebrei europei (delle scorse ore, tra l’altro, la notizia di una nuova aggressione nei pressi di Berlino). Un fattore tra i più critici, si legge, “è il loro palpabile senso di vulnerabilità quando i sostenitori dell’antisemitismo sfruttano il conflitto arabo-israeliano per attaccare gli ebrei in Europa”.

Estremisti di destra in azione sul Grande raccordo anulare, dove è stato affisso uno striscione con la scritta: “La storia ti ha dato ragione, buon compleanno Duce”, in occasione del 136esimo anniversario della nascita di Benito Mussolini. Il leader del gruppo, Ernesto Moroni, fu denunciato nel 2014 per istigazione all’odio razziale. Fu infatti lui, ricorda il Corriere Roma, l’artefice dell’invio di tre teste di maiale e di messaggi negazionisti alla Comunità ebraica.

Sul Corriere viene presentato Giovanni Spadolini. Quasi una biografia (ed. Polistampa), saggio di Cosimo Ceccuti che esce a 25 anni dalla scomparsa dell’ex Presidente del Consiglio. Si legge al riguardo: “Europeista, grande amico degli Stati Uniti e di Israele, quando i guerriglieri palestinesi sequestrarono la nave Achille Lauro e assassinarono l’ebreo paraplegico Leon Klinghoffer, nel 1985, mostrò da ministro della Difesa di aver capito meglio di altri quale minaccia potesse rappresentare il terrorismo mediorientale”.

Lo scrittore israeliano Eshkol Nevo parla col Foglio di Tre piani (ed. Neri Pozza), libro che ha ispirato il nuovo film di Nanni Moretti, e più in generale delle sue scelte letterarie. “È l’apertura alle vite degli altri, alle case degli altri, alle storie degli altri – viene spiegato – a essere il centro narrativo di Nevo, che nei romanzi Nostalgia e Tre piani crea una narrazione depurata dalla retorica del multiculturalismo, dell’eterno conflitto, ma tratteggia un ritratto compiuto della società israeliana che nonostante tutto riesce a essere un terreno di mescolanza, di sentimenti che sfuggono alle solite geometrie”.

Il Foglio recensisce anche La moglie del rabbino (ed. Giuntina), di Chaim Grade, tra i più grandi autori yiddish ma fino ad oggi sconosciuto al mercato italiano. “Grade – si racconta – descrive un mondo che non esiste più: la vita comunitaria degli ebrei dell’Europa orientale, sempre in equilibrio fra ortodossia e secolarizzazione, fra conservazione e modernità”.

Su Avvenire si parla invece di Castelli di carta. Kafka e la filosofia della burocrazia (ed. Jouvence) di Gianluca Cuozzo. Il saggio, si legge, “ne ricostruisce con acume l’opera letteraria e il pensiero, nell’ottica della burosfera”.

Adam Smuevich twitter @asmulevichmoked

(30 luglio 2019)