2019 (e non solo) nel segno di Primo Levi

“Uno dei ricordi più cari che ho di Primo Levi è l’incontro che organizzammo nel 1975 al salone San Paolo di piazza San Carlo, a Torino. Io allora ero presidente del Centro giovanile ebraico e Levi partecipò all’iniziativa assieme a Giuliana Fiorentino Tedeschi. Ricordo la forza di quella testimonianza, di quel messaggio ai giovani di alto impegno civile ed etico e il monito che quanto capitato potrebbe ripetersi. Allora c’era una grande sensibilità verso i valori democratici e della Resistenza, oggi mi sembrano in pericolo con il preoccupante riaffacciarsi di fascismo e razzismo: per questo dobbiamo continuare a leggere e studiare Levi”. Sono passati diversi anni da quell’incontro torinese ma il segno di quella giornata è ancora vivido nella memoria, sottolinea oggi a Pagine Ebraiche Dario Disegni, presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della nascita di Primo Levi. In questo 31 luglio, in cui cade l’anniversario nella nascita di Levi (31 luglio 1919), Disegni – presidente del Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah e della Comunità ebraica di Torino – ricorda l’attualità del messaggio del grande scrittore e Testimone, la sua complessità di uomo di scienza e di lettere. Una complessità, aggiunge, che cercano di raccontare le innumerevoli iniziative promosse dal Comitato da lui presieduto. “Come viene fatto per le grandi personalità, il Ministero dei Beni Culturali ha deciso di istituire il Comitato dedicato al centenario di Levi, Attorno ad esso gravitano decine di iniziative e può contare su un gruppo di lavoro qualificato e di grande professionalità. Funziona un po’ come propulsore e centro di coordinamento delle attività dedicata al mondo leviano in questo 2019 ma anche oltre, visto che il Comitato dovrebbe rinnovare i suoi lavori per il prossimo biennio”. Un enorme pluralità di soggetti in Italia e nel mondo sta partecipando alle celebrazioni, segno più evidente del valore internazionale dello scrittore, sottolinea Disegni, ricordando inoltre il fondamentale apporto del Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino.
Tra le scelte più originali e apprezzate dal pubblico per raccontare Levi (qui il programma aggiornato) sicuramente la trasposizione teatrale: per tre settimane consecutive al Carignano di Torino lo spettacolo dedicato a Se questo è un uomo e ideato dal regista Walter Malosti ha registrato il sold out. “I riscontri di critica e pubblico sono stati assolutamente splendidi. In autunno lo spettacolo verrà portato in diversi teatri italiani, tra cui l’Argentina di Roma e il Parenti di Milano e stiamo studiando la possibilità di metterlo in scena all’estero”. Altrettanto apprezzato l’altro spettacolo curato da Malosti incentrato sul libro Il sistema periodico e messo in scena dallo Stabile di Torino con Piemonte Europa. Seguendo il filo dell’originalità, Disegni ricorda il filone musicale, con artisti e musicisti impegnati a rielaborare in note le parole di Levi. Parole che il 15 settembre – Giornata europea della Cultura ebraica – a Ferrara prenderanno vita nella Sala Estense grazie alla voce di Shulamit Ottolenghi, accompagnata dai virtuosismi alla tromba di Frank London e dal pianoforte di Shai Bachar. Un appuntamento organizzato dal Meis.
Tra i mezzi per portare al grande pubblico la voce di Levi non poteva poi mancare la televisione: “Nel giorno dell’anniversario, la Rai ha deciso di trasmettere il documentario ‘Le mani di Primo Levi’ di Bruna Bertani e frutto della collaborazione con il Centro Primo Levi (Rai 5, ore 21.15): attraverso le mani, viene raccontato con grande abilità il Levi chimico, Testimone, alpinista, scrittore”, spiega Disegni, ricordando come le ricerche dedicate al grande intellettuale non si esauriscano nel suo essere voce della Memoria. “Il suo fascino è nell’essere un pensatore a tutto tondo. Lo raccontava bene la mostra I mondi di Primo Levi, che a Torino troverà nel prossimo futuro una sede permanente”.
Il programma di questo centenario travalica però i confini nazionali: “Dalla Francia a New York, dal Rio de Janeiro all’Australia: Primo Levi è veramente diventato patrimonio dell’umanità, una persona entrata nel cuore e nella coscienza civile di tutti i paesi. Tutte queste manifestazioni che si stanno svolgendo dimostrano quanto il suo messaggio sia attuale e importante, e questo ci conforta”.

Daniel Reichel