Cent’anni di Primo Levi
Il 31 luglio del 1919 nasceva a Torino Primo Levi, grande scrittore, intellettuale, scienziato e voce della Memoria della Shoah. Tutti i quotidiani ricordano oggi il centenario della sua nascita a cui sono dedicate iniziative in tutta Italia e non solo. La Stampa pubblica un inedito in Italia di uno scritto di Levi del 1985 il cui incipit suona come un piccolo riassunto autobiografico: “Ho studiato per diventare chimico, e ho lavorato come chimico per trent’anni, prima, durante e dopo la guerra; ma, inaspettatamente, sono diventato scrittore perché durante la guerra sono stato mandato in un campo di sterminio tedesco. Sarebbe cinico dire che è stata una fortuna. È il genere di fortuna che non andrebbe augurata nemmeno al proprio peggior nemico. Ma, col senno di poi, mi ha fornito un’esperienza inusuale, un osservatorio fuori del comune sul comportamento umano e una riserva immensa di «materia prima»”. Su un’intera pagina di Repubblica, Marco Belpoliti spiega perché la voce di Primo Levi sia da considerare ancora profondamente attuale. “Le sue parole restano un monito contro l’infezione sempre latente dell’odio”, l’analisi di Frediano Sessi sul Corriere mentre il filologo Giovanni Tesio ad Avvenire lo descrive come un autore dalla “tempra di Pascal, Machiavelli, Montaigne. E di Manzoni, a lui carissimo”. “La sua – prosegue Tesio – è un’indagine serratissima sul male, condotta con rigore ed eleganza”.
L’apertura al suicidio assistito e il confronto tra esperti. Il Comitato Nazionale di Bioetica ha pubblicato un parere con il quale apre a una possibile legalizzazione del suicidio medicalmente assistito, distinto dall’eutanasia. A votare a favore 13 membri dell’organo consultivo del governo, 2 favorevoli con riserva e 11 i contrari. Tra questi ultimi, il vicepresidente del Comitato, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Il parere, scrive oggi il Corriere, “potrà essere utilizzato dalla Corte Costituzionale che il 24 settembre tornerà a riunirsi sulla legittimità dell’articolo 580 codice penale dove il reato di istigazione/assistenza al suicidio non prevede distinguo, in riferimento al caso di aiuto al suicidio per Dj Fabo da parte di Marco Cappato”. Quest’ultimo al Corriere afferma di essere sorpreso positivamente ma, aggiunge, “la cosa importante qui non è tanto il parere finale, quanto il dibattito che il Comitato ha avuto il coraggio di sollevare: onore, quindi, alla maggioranza favorevole ma anche alla minoranza contraria perché loro, a differenza del Parlamento, non hanno scelto il silenzio”. Sempre il Corriere spiega in alcuni punti i termini della questione e la differenza tra eutanasia e suicidio assistito.
Iran-Russia, manovre pericolose. Teheran e Mosca hanno annunciato che entro la fine dell’anno terranno esercitazioni militari congiunte nello stretto di Hormuz, teatro della crisi delle petroliere delle scorse settimane. La scelta russa, scrive La Stampa, fa parte di una strategia più ampia per minare l’influenza degli Stati Uniti e l’unità dell’Alleanza atlantica. Intanto, su Italia Oggi si riferisce di voli di caccia israeliani sopra l’Iran: un avvertimento al regime degli Ayatollah. E in questo clima di tensione, il Foglio denuncia l’ipocrisia del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, che – di fronte alle violazioni dei diritti umani ad esempio della Cina – ha scelto di condannare Israele. “Che beffa totale consentire ad Arabia Saudita, Iran, Pakistan e Yemen di indicare Israele come violatore dei diritti. Imbarazzante”, il commento di Nikki Haley, già ambasciatrice americana all’Onu.
Jew, Money, Myth, mostra contro gli stereotipi. Presentata sul numero di Pagine Ebraiche di giugno, la mostra “Jew, Money, Myth” del Museo ebraico di Londra è stata prorogata fino ad ottobre. L’esposizione decostruisce in maniera puntuale e intelligente i pregiudizi antisemiti che legano gli ebrei al denaro. “Il viaggio di Jew, Money, Myth è di pregiata importanza – scrive Antonello Guerrera su Repubblica – attraverso oggetti e reperti storici che hanno incarnato il sospetto, le discriminazioni, l’odio nei confronti degli ebrei ‘ricchi, avari e sanguisughe’, come li hanno definiti i loro nemici nei millenni”.
Fuori i razzisti dal calcio. Il club londinese del Chelsea ha vietato per sempre l’ingresso allo stadio a un suo tifoso e per periodi da uno a due anni ad altri cinque per aver espresso frasi e comportamenti razzisti. Una decisione arrivata dopo l’archiviazione dei fatti da parte della polizia britannica. “Noi non dobbiamo chiederci se sia stato commesso un reato, ma piuttosto se l’individuo abbia agito in violazione dei termini e delle condizioni di emissione dei biglietti”, ha spiegato il club (Corriere).
Mimun si racconta. Il Giornale intervista il direttore del Tg5, Clemente J. Mimun che racconta un po’ di sé e del difficile ritorno dopo essere stato colpito da un ictus nel 2011. Alla domanda se sia stato vittima di attacchi per la sua identità ebraica, Mimun afferma: “Chi ha provato molti anni fa – e sono stati pochi – ad offendermi per motivi religiosi, ha avuto modo di pentirsene. Da ragazzo mi è capitato di picchiare anche di brutto. Io sono orgogliosamente italiano, amo Roma, la mia città, la Lazio, che è la mia squadra del cuore. E sono di religione ebraica. Porto rispetto a tutti e mi faccio rispettare”.
Visita agli Uffizi. Sulle pagine fiorentine di Nazione e Corriere, la notizia della visita del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni agli Uffizi, dove è in corso la mostra “Tutti i colori dell’Italia ebraica”. A guidare il rav “direttore Eike Schmidt, insieme ad una delle due curatrici della mostra, Dora Liscia Bemporad”.
Segnalibro. Si intitola “Il nemico innocente” (Guerini e Associati) il volume curato da Milena Santerini e dedicato al riemergere della retorica dell’odio nel discorso pubblico, con particolare attenzione all’antisemitismo e antisionismo online. A presentare il libro, il Foglio che dà voce alla ricercatrice del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Betti Guetta: “Il social più utilizzato continua a essere Facebook, ma quello che pubblica il materiale più brutalmente antisemita è il russo VK – spiega Guetta – L’odio verso gli ebrei, proiettato su Israele attraverso stereotipi classici, legittima l’antisemitismo nella società civile, in assenza di contromisure giudiziarie o politiche”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked