La legittimazione dall’alto

AssaelGli ultimi giorni sono stati segnati da altri due violenti attentati ispirati al suprematismo bianco. Quest’ideologia antisemita e razzista che, purtroppo, sta facendo proseliti a varie latitudini. E il pericolo va misurato anche ricordando che i suprematisti sono stati i primi, negli anni ’80, a teorizzare le cellule sparse sul territorio per reclutare e fare proseliti fra i disagiati di ogni tipo: dai marginalizzati sociali che cercano un capro espiatorio da incolpare per la propria condizione, ai malati psichici di ogni ordine e grado. Molti vedono una relazione fra il risorgere di questi movimenti razzisti e la retorica populista che ha soffiato sul fuoco dell’intolleranza. Per questo sono parse come lacrime di coccodrillo le parole del Presidente Trump dopo le ultime stragi, così come paiono assai riduttive nei confronti di movimenti di estrema destra varie dichiarazioni del nostro Matteo Salvini. È proprio questo punto che più preoccupa: la legittimazione dall’alto di sentimenti xenofobi, quando non apertamente razzisti. Sentimenti che non si esprimono solo nei livelli tragici degli attentati, ma che si insinuano nel profondo delle coscienze collettive, strisciando come serpenti nella mente delle persone. Per ogni attentato ci sono centinaia, migliaia, di piccole o grandi discriminazioni. Proprio ieri, La Repubblica pubblicava una lettera di una mamma che denunciava gli insulti che è costretto a subire il proprio figlio adottivo di colore. Una situazione denunciata da moltissime e moltissimi in vari Paesi. Un effetto che certamente non si vede nelle scuole di élite e negli eleganti quartieri dove vivono i figli di questi ricconi che spesso non hanno mai lavorato un giorno in vita loro. Ma si vede sopratutto in quei quartieri disagiati e in quelle periferie di cui si riempiono la bocca a sproposito.

Davide Assael