Informazione – International Edition
L’Italia celebra la cultura ebraica

L’Italia celebra la cultura ebraica. Come raccontato in apertura dell’ultima uscita della newsletter internazionale, sono decine le località che hanno partecipato alla Giornata Europea della Cultura Ebraica. Parma la città capofila, dove il tema filo conduttore dell’edizione 2019, il sogno, è stato declinato in varie sfumature, e innanzitutto in musica e tra le pagine dell’incantevole Biblioteca Palatina.
A proposito di cultura, un centro che è stato scelto per il 2019 come una delle capitali europee della cultura, Matera, ospita in questi giorni un evento speciale, il Jewish European Islamic Summit, che riunisce leader di entrambe le religioni con l’obiettivo di discutere di temi centrali per le comunità, tra cui il rischio di limitazione di alcuni diritti religiosi, come la macellazione rituale e il problema dell’antisemitismo spesso diffuso tra migranti e rifugiati di paesi musulmani che arrivano in Europa. A fare il punto, un articolo del giornale tedesco DW, ripreso nella rubrica Italics. Tra gli argomenti oggetto di discussione nella conferenza anche il vento di intolleranza che sembra attraversare il Vecchio Continente. A lanciare un monito contro odio e intolleranza è stata la scorsa settimana la sopravvissuta alla Shoah e senatrice a vita Liliana Segre, che nel discorso in occasione del voto di fiducia per il nuovo governo di Giuseppe Conte ha espresso la sua preoccupazione per linguaggio e episodi di razzismo diffusi in Italia, e la speranza che l’esecutivo appena formato possa segnare una nuova stagione (a tradurre il testo in inglese Sara Facelli e Mattia Stefani, studenti della Scuola traduttori e interpreti di Trieste che stanno svolgendo il proprio tirocinio nella redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
Un simile auspicio è stato espresso anche dal professore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Dario Calimani. “Si può sperare che il paese ritorni a una politica che non badi solo ad aumentare il peso elettorale dei partiti, ma si preoccupi dei problemi veri della gente. Il lavoro, la difficoltà ad arrivare a fine mese, il futuro dei giovani. E, perché no, l’applicazione di leggi e regole che valgono per tutti allo stesso modo e rendono possibile la convivenza civile, una società in cui il cittadino rispetta ogni altro cittadino e non ne discrimina nessuno. C’è bisogno di parole che uniscono, e non di infuocati discorsi che seminano odio e dividono. C’è bisogno di qualche piccola verità contro il fiume di fake news da cui siamo stati sommersi negli ultimi anni,” scrive Calimani in una riflessione tradotta in francese per la rubrica Bechol Lashon da Claudia Azzalini.
Ma qual è stato il primo momento storico in cui si è affermata l’idea “prima gli italiani,” declinazione nostrana di uno slogan ormai popolare in tanti paesi del mondo? Secondo lo storico sociale delle idee David Bidussa in un evento di cui ricorrerà il centenario fra poco meno di un anno: l’incendio del Narodni Dom a Trieste, il 13 luglio 1920, tappa fondamentale della persecuzione contro la minoranza slovena della città.
Infine nell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche, la notizia Israele e Santa Sede hanno celebrato 25 anni di relazioni diplomatiche con l’emissione congiunta di un francobollo raffigurante la chiesa di San Pietro e la sinagoga di Cafarnao in Galilea.

(17 settembre 2019)