Governo di unità ma senza Bibi,
Gantz boccia Netanyahu

rassegnaDurante una cerimonia in memoria di Shimon Peres c’è stato il primo incontro tra i due grandi sfidanti delle elezioni israeliane: Benjamin Netanyahu e Benny Gantz. I due, assieme al Presidente Reuven Rivlin, si sono stretti la mano. Poi è arrivata la proposta di Netanyahu per un governo di unità nazionale: “Vediamoci oggi stesso e diamo un governo al Paese” (Sole 24 Ore). Gantz, leader del partito Kachol Lavan, ha replicato: “siamo la formazione politica con più seggi. Netanyahu non è riuscito a ottenere una maggioranza. Costruiremo un governo ampio e liberale in grado di rispondere alle richieste del popolo. Non subiremo alcun diktat. Sarò io a condurre le trattative”. “L’ex generale – scrive La Stampa – ha fiutato una trappola. Prima dell’offerta Netanyahu si è blindato con un accordo pre-trattative assieme ai tre partiti di destra alleati. Formano un blocco unico di 55 seggi che ‘King Bibi’ vuol far pesare, soprattutto di fronte al presidente Rivlin, per ottenere i primi due anni di premiership, da cedere in seguito al rivale”. Secondo il Corriere della Sera, gli analisti hanno bollato da subito l’apertura di Netanyahu “come uno stratagemma: affibbiare a Gantz la responsabilità di un eventuale fallimento e la colpa di riportare gli israeliani al voto per la terza volta”. “È ora di smetterla con gli espedienti e i trucchetti. Sediamoci io, te e Gantz e formiamo un governo liberale di unità nazionale”, ha esortato Avigdor Lieberman rivolto a Netanyahu. Quest’ultimo è oggetto delle critiche del giornalista Yossi Klein Halevi in un editoriale pubblicato sul Corriere. Halevi accusa il Premier di aver cercato di erodere gli equilibri tra i poteri in Israele: “Dopo un decennio di governo ininterrotto di Netanyahu, Israele ha disperatamente bisogno di un leader capace di trattare le sue istituzioni democratiche come tesori da difendere, non come ostacoli da abbattere”. Gantz, almeno per il momento, non lo vuole e quindi, scrive il Giornale, “Il Likud dovrebbe rinunciare a lui, e questo sembra impensabile, ma chi può giurare che nel prossimo futuro non ci sia una rivoluzione?”.

Iran minaccia “guerra totale”. “L’Iran è pronto a una guerra totale se verrà attaccato da Usa o Arabia Saudita”, ha minacciato il ministro degli Esteri Javad Zarif intervistato da Cnn. “Prendiamo in considerazione molto seriamente questa eventualità per difendere il nostro paese”. Il capo della diplomazia iraniana, spiega il Sole 24 Ore, continua a negare che ci sia Teheran dietro gli attentati alle due raffinerie di Abgaiq e Khurais avvenuti sabato scorso. Ma Stati Uniti e Arabia Saudita la pensano diversamente e la tensione in Medio Oriente sale.

La Siria e il drone distrutto. L’aeronautica militare siriana ha distrutto ieri un drone vicino alla capitale Damasco. Un drone, che secondo i siriani, apparterrebbe a Israele. “Non sarebbe la prima volta – riporta La Stampa – che Israele sceglie di usare droni armati contro le postazioni delle milizie sciite, alleate di Teheran, in territorio siriano e libanese per distruggere depositi di anni e missili”.

Giardino dei giusti di Milano, fine lavori. Il 6 ottobre sarà inaugurato a Milano il nuovo “Giardino dei giusti di tutto il mondo” dopo i lavori di riqualificazione iniziati lo scorso gennaio. Per l’evento è stata organizzata una giornata con molti ospiti e appuntamenti. Parteciperà alla cerimonia anche la senatrice a vita Liliana Segre. L’inaugurazione, scrive in una breve il Corriere, “verrà presenziata dalle autorità cittadine e da Gabriele Nissim (presidente Gariwo), Giorgio Mortara (vicepresidente Ucei) e Marco Rasconi (Commissione centrale di beneficenza della Fondazione Cariplo)”.

Chagall a Bologna. “Chagall. Sogno e Magia” è il titolo della mostra che apre oggi a Palazzo Albergati, a Bologna. L’esposizione prova a raccontare il mondo dell’artista attraverso 160 opere, tra acqueforti, incisioni e quadri, provenienti dai collezionisti europei (Corriere Bologna). “Lo si scopre innamorato della letteratura, amico di scrittori quali Apollinaire o Malraux, quando illustra con incisioni (presenti in mostra) le “Favole” di La Fontaine. – scrive Repubblica Bologna presentando l’esposizione – Ma è soprattutto quando rappresenta la sua cultura ebraica chassidica che Chagall trova la cifra espressiva che lo renderà universalmente riconoscibile e apprezzato”.

Tra le fessure del Kotel. Repubblica racconta delle centinaia di lettere inviate alle poste generali d’Israele dagli stessi cittadini israeliani ma anche dall’estero affinché vengano inserite nelle fessure del Kotel, il Muro Occidentale di Gerusalemme.

Palermo e la sua sinagoga. L’antico quartiere ebraico di Palermo all’interno dei percorsi culturali cittadini. Lo racconta Repubblica Palermo presentando l’iniziativa “Le vie dei tesori”, che fino al 29 settembre propone visite guidate in dodici luoghi, tra cui appunto il quartiere ebraico “che condurrà tra vicoli per concludere il tour nella sinagoga – in dialetto saccense soprannominata “la Cadda” – ricevuti dal proprietario dell’antico luogo”.

Israele e Paesi arabi. Del rapporto in divenire tra Israele e i paesi arabi parlerà oggi a Torino Giovanni Quer, direttore del centro Kantor. Un punto d’incontro, dal punto di vista sociale e culturale c’è – spiega Quer a La Stampa Torino – anche in termini di sicurezza stanno cambiando molte cose. Ma bisogna stare attenti perché questo equilibrio può sfaldarsi o dissolversi molto velocemente”.

Tunisia, addio senza rimpianti a Ben Ali. Zine el-Abidine Ben Ali, primo tra i raiss dei paesi arabi ad essere travolto da quella che era stata la primavera araba, è morto in esilio, in un ospedale dell’Arabia Saudita. A ricostruirne vicende e destino, La Stampa.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked