Incontri a Casale
Cultura ebraica, il segno nella Diaspora

casUn fine settimana dedicato a riflettere sullo scambio che esiste tra la cultura ebraica e i luoghi che hanno ospitato gli ebrei dopo la Diaspora. È il senso comune degli ultimi incontri alla Comunità ebraica di Casale Monferrato: il primo, per così dire in casa, programmato nella stagione di appuntamenti in vicolo Salomone Olper. Il secondo, invece, in una trasferta al Santuario di Crea, nel corso della terza edizione del Festival del turismo responsabile IT.A.CA.
Sabato Sera in sala Carmi vicino alla sinagoga si parla di contaminazioni soprattutto in architettura: Antonio Gelormini, giornalista del Corriere del Mezzogiorno e della Gazzetta del Mezzogiorno, ci porta infatti alla scoperta della Cattedrale di Troia, nel Foggiano. Secondo lo storico dell’arte Antonio Paolucci “la più bella cattedrale romanica del mondo”: difficile dargli torto leggendo quanto Gelormi mostra nel suo “Il Pentateuco Troiano”, edito da Radici Future, in collaborazione con l’Accademia di Cultura “Bernardino Cervis” di Frassineto Po. Volume che per l’occasione in Sala Carmi viene letto dall’attrice Patrizia Perini.
Pentateuco, come i primi cinque primi libri della Torah, a cui si ispirano le cinque singole sezioni architettoniche in cui l’autore divide il monumento. Le storie, le immagini e i simboli che compaiono in ciascuno di questi elementi sono estremamente complessi e si esce dalla conferenza con l’impressione di aver appena cominciato a dipanare una matassa che passa attraverso diversi secoli e almeno quattro culture indissolubilmente commesse: bizantina, normanna, araba e naturalmente ebraica. Gelormini ci fa conoscere i personaggi effigiati, i segreti numerologici e geometrici dello straordinario rosone (insolitamente ripartito in undici parti) e svela le tante unicità di questo edificio, il cui segreto più grande però sembra quello di essere stato posto in un crocevia obbligato lungo le vie di pellegrinaggio. Insomma dove ci si incontra in pace fioriscono le idee e la bellezza.
Domenica questa idea sembra ancora più evidente. Il santuario di Crea è già di per sé un luogo d’incontri, IT.A.CA lo ha reso ancora più relazionale, popolando di tante idee da scambiare e dando un ruolo anche alla Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica a Casale e nel Piemonte Orientale Onlus, nello spirito ecumenico che caratterizza da sempre il Monferrato.
L’incontro alle 11 dal titolo Caffè Odessa, viene preceduto dalle parole di don Francesco Mancinelli rettore del Santuario, di Elio Carmi, vicepresidente della Comunità casalese e di Max Biglia fondatore del festival. Poi sul palco salgono Miriam Camerini, attrice e cantante e altre tre straordinari musicisti: Manuel Buda alla chitarra, Bruna di Virgilio alle tastiere e al contrabbasso e Antonio Garra al clarinetto.
Lo spettacolo vuole evocare il crogiolo d’incontri che si potrebbe fare il un locale collocato in una città portuale attraversata dalla storia ebraica, ma anche se non ci fosse la foto di Odessa proiettata sul palco basterebbero le loro note a darci un’idea della complessità della domanda che ci pone Miriam: “Che cos’è la musica ebraica?”. Per risponderci ingranano un repertorio tra i più scoppiettanti e apparentemente sconclusionati che si possono trovare: un Hellzapoppin di canzoni che parlano della nascita di Abramo su scale arabeggianti, ma che forse sono state composte a Parigi negli anni ’30; nenie spagnole; canzoni in Yiddish sull’affitto da pagare, un numero di cabaret con tanto di boa di struzzo delle Bagelman Sister, infine animano, come fosse un film muto, persino una storiella ebraica musicata da Irving Berlin. A proposito di Irving Berlin: lo sapevate che è l’autore di Bianco Natale? Ma quella melodia così cromatica, non è che per caso anche questa … è musica ebraica?
Così alla fine, mentre all’esuberanza del gruppo ha attirato tutti i visitatori del Santuario al concerto e centinaia di mani battono il tempo, sempre più veloce, si torna alla domanda iniziale, ma ci importa qualcosa di mettere etichette alla musica se l’effetto è questo?

Claudia De Benedetti

(16 ottobre 2019)