Qui Casale – Sir Moses Montefiore,
le note della storia

COro Gesher MontefioreNon è stato solo un pomeriggio di buona musica quello alla Comunità Ebraica di Casale Monferrato: è stato il racconto di una storia singolare, capace di trasportarci indietro di diversi secoli, senza spostarci di un centimetro nello spazio, perché si svolge proprio qui, attorno alla Sinagoga della città.
Prima di dare spazio alle note, a raccontare la vicenda sono state le tre voci di Elio Carmi, vicepresidente della Comunità, di Claudia De Benedetti, direttore del Museo Ebraico di Casale, e del compositore Giulio Castagnoli. Tutto ruota attorno a un manoscritto appartenuto a Sir Moses Montefiore (1784/1885), singolare, banchiere, filantropo, gran viaggiatore che entra in possesso di un innocuo libretto di 13 pagine. È una cantata la cui esecuzione è documentata a Casale per la festa di Hosha’anà Rabbà del 1733. La ricorrenza cade il settimo giorno della festa di Sukkot (e non a caso è stata celebrata appena una settimana fa) e in alcune comunità è particolarmente sentita, a Casale per esempio e Roma. È per questo motivo che un antiquario della capitale la acquista a New York sette anni fa, in un’asta organizzata proprio per finanziare la Fondazione Montefiore di Londra. Ne esistono solo tre copie, ma quando l’antiquario scopre il legame con Casale decide di donarla alla comunità monferrina e così il manoscritto torna nella città dove è stato redatto.
Proprio domenica il benefattore anonimo ha voluto visitare Casale, dove il famoso libricino è stato esposto al pubblico con tanto di teca e ha deciso di rivelarsi: si tratta di Alberto Di Castro, una figura di spicco del mondo ebraico italiano, che ha spiegato anche qualcosa di più sull’opera: ad esempio che l’alfabeto non è quello classico, ma un ebraico molto raffinato, il collezionista ha fatto notare come timbro e legatura ci fanno capire la provenienza originale e la cura con cui è conservato il manoscritto. Ma anche la stessa stampa con l’immagine di Montefiore conservata dalla Comunità ha riservato qualche sorpresa: la firma apposta accanto all’immagine infatti è un autografo dello stesso Montefiore.
Attenzione però: il libretto è solo il testo della cantata: dov’è la musica? Qui entra in scena Antonio Brioschi, un cognome decisamente piemontese (non sappiamo se ebreo), compositore attivo tra il 1725 e il 1750. Le sue partiture sono sparpagliate tra Mosca, San Pietroburgo e Casale Monferrato, dove la biblioteca civica conserva una sua sinfonia. Il manoscritto che musica la nostra cantata è a Stoccolma e l’ambizione è quella di riunire a Casale note e parole.
Per il momento i solisti del Coro Ghescer, in collaborazione con L’Opera dei Ragazzi, offrono in questo pomeriggio uno spaccato del mondo musicale di Brioschi e della musica che circolava in Sinagoga in quel tempo. Giulio Castagnoli al piano ed Elisa Raccozzi eseguono una sonata di Jean Baptiste Breval e poi una Gavotta di Francois Gossec. Entra il coro composto da Duta Baera, Martina Borruso, Kiara Bilali, Alessia Cappellari, Carlo Castagnoli, Jvonne Chiariello, Elena Giachero, Giulia Varzi e diretto da Erika Patrucco. Il programma prosegue con “Adon Olam” di Salomone Rossi, compositore che all’epoca dei Gonzaga scriva per la sinagoga casalese, “Alleluia” di Michele Bolaffi, attivo in Piemonte nei primi del ‘800 e una selezione di brani tradizionali ebraici che arrivano fino ai giorni nostri. Tanti applausi e bis per loro e anche il ritratto di Moses Montefiore sembra sorridere compiaciuto. (a.a.)