Libano, paese nel caos
Dopo quasi due settimane di proteste popolari contro corruzione e carovita, il premier libanese Saad Hariri ha annunciato le proprie dimissioni. Una scelta che non placa i manifestanti che vorrebbero vedere un vero rinnovo nella guida di un paese segnato dalle divisioni tra clan e fazioni (Repubblica). Tra le più potenti, quella degli islamisti sciiti di Hezbollah che hanno attaccato ieri i manifestanti a Beirut. “Hezbollah – spiega il Corriere – è l’unico gruppo ad aver conservato le armi dopo il conflitto civile. Hassan Nasrallah e gli altri leader ripetono che ‘sono necessarie per combattere la resistenza contro Israele’”. Finanziato dall’Iran, il gruppo terroristico di Hezbollah è considerato da Israele una delle minacce più serie nella regione per la sua sicurezza.
L’odio e la rete. Al Senato è slittato a oggi il voto per il via libera alla commissione contro l’odio promossa dalla senatrice Liliana Segre (Repubblica). Intanto fa discutere la proposta del deputato di Italia viva Luigi Marattin di introdurre l’obbligo di depositare un documento d’identità quando si apre un profilo social. Corriere e Repubblica raccolgono alcune reazioni alla proposta, tra politici ed esperti. Secondo Luigi Gubello, esperto di sicurezza informatica, in generale le nostre autorità “farebbero fatica a sapere se il documento è vero o no e se è realmente associato alla persona dietro al monitor”.
Migranti e porti aperti. La nave Ocean Viking, con a bordo 104 persone, è attraccata questa mattina al porto di Pozzallo. Settanta saranno ricollocate tra Francia e Germania e 34 resteranno in Italia. “Sono felice e ringrazio i Paesi per aver dimostrato solidarietà – ha twittato Dimitris Avramopoulos, commissario Ue per le migrazioni -. Ma abbiamo bisogno di soluzioni permanenti”. Il Corriere riporta poi le posizioni polemiche del ministro degli Esteri, il cinquestelle Luigi Di Maio: “Non è possibile che la Ocean Viking sbarchi sempre in Italia” mentre “il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, anche lui grillino, sottolinea che i porti in Italia restano comunque chiusi senza una decisione preventiva sui ricollocamenti in Ue”.
A caccia di nazisti. “Voi giovani avete la facoltà di scegliere, una volta individuati gli estremismi, le manifestazioni di intolleranza e xenofobia, dovete fermarli. Così come si sta portando avanti la battaglia per il clima anche grazie a Greta Thunberg, non bisogna smettere di lottare per i diritti civili”. È il messaggio di Serge Klarsfeld, accompagnato dalla moglie Beate, agli studenti romani incontrati ieri a Palazzo Chigi. Scampato alla Shoah, Klarsfeld – come ricorda il Corriere Roma raccontando l’incontro – ha dedicato la vita smascherare i nazisti rimasti impuniti nonostante le atrocità commesse.
Razzismo allo stadio, punita la Bulgaria. Un turno a porte chiuse. È la punizione decisa dall’Uefa per la nazionale bulgara dopo i cori razzisti lanciati dai suoi tifosi in occasione della sfida contro l’Inghilterra dello scorso 14 ottobre. “La Bulgaria, multata anche di 85mila euro, ha evitato di essere espulsa dal torneo – spiega la Gazzetta dello Sport – e sarà adesso sotto osservazione per due anni, nel corso dei quali resta ‘sospesa’ la seconda giornata di squalifica, che scatterà automaticamente in caso di recidiva”.
Palermo, toponomastica controversa. Polemiche sulla scelta dell’amministrazione di Palermo di intitolare al leader palestinese Yasser Arafat un pezzo del lungomare della città (Giornale). Con la premessa che le iniziative prese per favorire la pace sono importanti, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è stata espressa al sindaco Leoluca Orlando grave preoccupazione per la scelta di intitolare a un personaggio controverso come Arafat uno spazio pubblico.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked