Periscopio – Il diavolo
e il Parlamento Ue
Mi rendo conto che criticare la recente delibera del Parlamento Europeo (che, in pratica, accomuna comunismo e nazi-fascismo in un’unica condanna globale di tutte le esperienze dittatoriali del ‘900) è alquanto pericoloso, perché farlo significa inevitabilmente essere tacciati di buonismo e sinistrismo. E se, a farlo, è qualcuno che, come il sottoscritto, ha già dei precedenti in materia, il rischio diventa ancora più alto, perché, com’è noto, più indizi assurgono a valore di prova. Astenendomi, pertanto, dal commentare tale autorevole pronuncia, mi limito a riportare qualche riga di un atto unico teatrale scritto qualche anno fa da un tale Luca Frozen Cresci (un ignoto autore, celato da uno pseudonimo, di cui si conosce solo quest’unica opera), che è stato rappresentato, in passato (con dei registi e attori davvero di alto livello), in diverse occasioni e località (a Trani, Barletta, Salerno e Napoli). Il titolo dell’opera è “30 aprile 1945”, la data del suicidio di Hitler.
Frozen Cresci immagina che, la sera di quel giorno, come tutte le sere, Satana, principe delle tenebre, riceva nel suo ufficio, nel profondo dell’Inferno, i suoi due fidati luogotenenti: Minosse, incaricato di sistemare i dannati nei vari gironi, e Iago, preposto a catturare le anime sulla terra. Minosse riferisce al principe che il capo dell’esercito loro alleato è morto, e cerca di consolare il capo della brutta notizia, assicurandolo che, nonostante questa apparente battuta d’arresto, il male non è certo morto, e che il vento di morte che ha spazzato la terra negli ultimi anni, e che – con la fine della guerra, e la sconfitta dell’esercito loro alleato – pare destinato a placarsi, si rialzerà presto. Satana, pur dichiarandosi certo dell’esito finale dell’eterna sfida tra il bene e il male (che non potrà non concludersi con la vittoria del secondo, in quanto gli uomini, per loro stessa natura, sono sempre più portati all’odio che all’amore), non nasconde comunque la sua delusione e preoccupazione, in quanto raramente era successo che un solo uomo riuscisse a sprigionare, con le sue parole, una quantità di odio tanto dilagante e apparentemente inarrestabile. Un vero e proprio miracolo, tanto più sorprendente in quanto realizzato da un individuo dalle limitatissime capacità intellettive, tanto da potere essere considerato un vero e proprio cerebroleso (un genio del male, riconosce Satana, ma anche un completo idiota).
Comunque, dato che l’esercito alleato dell’Inferno è ormai stato sconfitto, occorre trovare, sulla terra, dei nuovi alleati. E, a questo punto, inizia un serrato dialogo tra Satana e Minosse (Iago parlerà solo alla fine, per indicare una inattesa via d’uscita), su chi questi possano essere. Si potrà forse contare sui sacerdoti del nostro rivale?, suggerisce Minosse. Tanti di loro, da sempre, fanno il doppio gioco, in tanti sono già fra loro. Ma il principe, con una serie di argomentazioni, respinge l’idea: quelli non vanno bene, perché ormai gli uomini non credono più a niente, né all’Inferno né al Paradiso, i sacerdoti del bene sono ormai inutili, e le loro armi sono diventate delle pistole ad acqua. E allora si può provare, insiste Minosse, con gli eserciti che stanno vincendo la guerra? Quelli al di là del mare, per esempio, sanno ammazzare in un modo formidabile, stanno costruendo armi terrificanti… No, obietta Satana, quelli non vanno bene, perché è vero che sanno uccidere, ma lo fanno come per gioco, senza odio e senza passione, e poi fingono sempre di essere allegri, cantano e fischiettano in continuazione…
E allora – e qui veniamo al punto che ci interessa – ci sarebbero quelli di Oriente: “mi sembrano promettenti. – osserva Minosse – Mi pare che abbiano una buona attitudine al male, e il loro capo, poi, è un tipo niente male. Secondi alcuni, sarebbe addirittura uguale al nostro genio. Pare anche che fossero amici”. Ma il principe dissente: “Si sbagliano, non sono uguali. C’è la grande differenza che quello d’Oriente sa odiare benissimo, è vero, ma vuole anche fare delle cose. Lo ho osservato bene quando parla di locomotive, piani quinquennali, contadini, grano, patate e tutta quell’altra roba. Gli interessa veramente. Lo ho visto gustare compiaciuto il latte munto dalle sue mucche, ammirare le scintille delle fornaci delle sue acciaierie, informarsi sulla stazza delle navi. Al nostro, invece, non importava niente di nulla, al di là d suo desiderio di morte. Quando quell’altro guarda un trattore, ne apprezza davvero la solidità, il motore, la potenza. Il nostro pensava solo a quanto odio, quanta morte avrebbe potuto trainare”.
A quanto pare, dunque, il Satana di Luca Frozen Cresci avrebbe dissentito dalla risoluzione del Parlamento Europeo. E il diavolo non è un buonista.
Francesco Lucrezi, storico