Chi parla dello sterminio
degli armeni
Notizie in bilico tra sgomento e fiducia – e qualche speranza deve pur uscire, dal buio cielo che in questo Shabbat ricorderemo, leggendo della violenza umana lavata via dal mabbul e del patto siglato dal Signore con l’umanità sopravvissuta: non maledire più la terra a causa dell’uomo, anche se chi uccide avrà il proprio sangue versato per non aver rispettato di essere stato creato ad immagine del Creatore (Bereshit 8:21, 9:6):
וְהָֽיְתָ֥ה הַקֶּ֖שֶׁת בֶּֽעָנָ֑ן וּרְאִיתִ֗יהָ לִזְכֹּר֙ בְּרִ֣ית עוֹלָ֔ם בֵּ֣ין אֱלֹהִ֔ים וּבֵין֙ כָּל־נֶ֣פֶשׁ חַיָּ֔ה בְּכָל־בָּשָׂ֖ר אֲשֶׁ֥ר עַל־הָאָֽרֶץ
“L’arcobaleno sarà nella nuvola, ed Io lo vedrò per ricordare il patto eterno tra Dio e ogni creatura vivente tra tutta la carne, che è sulla terra” (Bereshit 9:16).
Ieri gli Stati Uniti si sono espressi infatti per approvare sanzioni contro la Turchia, riconoscendo al contempo alla Camera il Medz Yeghern, il genocidio armeno perpetrato dai Giovani Turchi ai danni del popolo armeno dell’Impero Ottomano attuato durante il primo conflitto mondiale. Potrebbe sembrare ridicolo che in Turchia sia ancora in vigore per legge il negazionismo di Stato, se ciò non comportasse la persecuzione di chiunque, studiosi stranieri compresi e fonti archivistiche e testimonianze alla mano, provi ad affermare la veridicità di un evento citato anni dopo da Hitler (per avallare quella conquista ad est la quale avrebbe poi permesso di attuare lo sterminio del popolo ebraico), nel momento in cui il Führer si accingeva ad invadere la Polonia dando inizio al secondo conflitto mondiale: “ci sono solo tre grandi statisti al mondo, Stalin, io e Mussolini. Mussolini è il più debole, perché non è stato in grado di spezzare il potere della corona o della chiesa. Stalin ed io siamo gli unici ad immaginare il futuro e nient’altro che il futuro […] l’ordine di mandare a morte senza pietà e senza compassione uomini, donne e bambini di derivazione e lingua polacche. Solo così guadagneremo il Lebensraum, lo spazio vitale, di cui abbiamo bisogno. Dopo tutto, chi parla oggi dello sterminio (Vernichtung) degli armeni?” (IMG Nürberg 1014-PS, Beweisstück USA-30, Aufzeichnung ohne Unterschrift. Zweite Ansprache des Führers am 22. August 1939, nota 1, doc 193, in Akten zur Deutschen Auswärtigen Politik 1918-1945. Aus dem Archiv des Deutschen Auswärtigen Amtes, Imprimerie Nationale, Baden-Baden 1956: 1937 – 1941: Die letzten Wochen vor Kriegsausbruch – 9. August bis 3. September 1939, D7, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen, p. 243).
Approvata sempre ieri dal Senato italiano la mozione sul cosiddetto ‘hate speach’, con prima firmataria Liliana Segre, già da adolescente vittima dell’antisemitismo fascista e nazista ed oggi bersagliata da centinaia di messaggi antisemiti, diffusi soprattutto tramite social media – e ben amara è la constatazione che, oltre che razzisti, gli odiatori seriali siano spesso anche grassamente ignoranti, se scrivono risparmiando le acca nel verbo avere – forse le acca se ne vanno perché qui rispetto non c’è se, come scrive Rodari in L’acca in fuga in Favole al telefono, “L’Acca era di buon cuore, ve l’ho già detto. È rimasta, con gran sollievo del verbo chiacchierare e del pronome chicchessia. Ma bisogna trattarla con rispetto, altrimenti ci pianterà in asso un’altra volta”.
Sara Valentina Di Palma