Alberto Sed (1928-2019)

rassegnaCi ha lasciati uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah. Nato a Roma nel 1928, Alberto Sed era scampato al rastrellamento del 16 ottobre 1943, per essere poi catturato in un secondo momento insieme alla madre e alle due sorelle, internato a Fossoli e deportato ad Auschwitz-Birkenau. A darne notizia è stata ieri in tarda serata la Comunità ebraica di Roma.
Grande la commozione, dentro e fuori l’Italia ebraica, per la scomparsa di un uomo coraggioso, di una voce di Memoria e passione civile. “La sua scomparsa rappresenta un dolore immenso per tutta la Comunità. Una perdita ancora più dolorosa in questi tempi cupi in cui si riaffaccia l’odio antisemita. Con il sorriso ha saputo raccontare l’inferno e renderci persone migliori. D-o ne benedica la memoria” sottolinea la presidente della Comunità romana Ruth Dureghello.
I funerali di Sed si svolgeranno già questa mattina. Alle ore 11.15 il corteo funebre raggiungerà il Tempio Maggiore per poi proseguire verso il cimitero di Prima Porta, dove è previsto l’arrivo del feretro per le 12.

A Nettuno raduno neofascista con presenze istituzionali di peso: quelle dei sindaci leghisti di Anzio e per l’appunto Nettuno. Racconta Repubblica: “I saluti dei gladiatori non potevano mancare ieri a Nettuno. Niente braccia tese, nessun ‘presente’. Meglio una stretta della mano con l’avambraccio, discreta ed efficace. Ma al campo della memoria del battaglione Barbarigo l’aria era inequivocabile. Richiami simbolici, qualche testa rasata, i gonfaloni dell’epoca di Salò e una vera ossessione per paracadutisti ed arditi”. 

“Avvicinare Israele all’Europa”. È l’ambizione del ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola, che ne ha parlato in una intervista con Il Foglio citata oggi dal Corriere. “Il quotidiano – viene spiegato – ha rilanciato poche settimane fa una battaglia di Marco Pannella e dei radicali: ‘Portare Israele in Europa’ come risposta all’antisemitismo. L’appello arriva in un momento in cui i rapporti tra la maggior parte dei Paesi europei e Benjamin Netanyahu, ancora premier in questa fase di transizione, sono ai minimi”. 

“A voi che non vi alzate in piedi davanti a una donna di 89 anni, che non è venuta lì per ottenere privilegio per farsi vedere più brava ma è venuta da sola (lei sì) per proporre un concetto libero dalla politica, un concetto morale, un invito che chiunque avrebbe dovuto accogliere in un mondo normale, senza sospettosamente invece cercare contenuti sovversivi che potevano avvantaggiare gli avversari politici. A voi dico: io credo che non vi meritiate Liliana Segre!”. È quanto scrive il figlio Alberto Belli Paci, in una lettera pubblicata dal Corriere

La commissione contro l’odio promossa dalla senatrice a vita continua intanto ad essere al centro dell’attenzione. La scelta dell’astensione da parte della destra è così commentata da Furio Colombo (Il Fatto Quotidiano): “Evidentemente, una volta imboccata la strada del razzismo secondo Borghezio e Gentilini, il percorso non cambia”. Ritiene “inutile” la commissione Fiamma Nirenstein (Il Giornale): “Il documento – scrive – implicitamente suggerisce che l’antisemitismo sia di destra. Questo non è vero. Esso è misurabile sulle tre D di Sharansky, delegittimazione, demonizzazione, doppio standard di Israele, e purtroppo la sinistra è campione”. Per Vittorio Feltri (Libero) “è evidente che la commissione parte col piede sinistro e servirà prevalentemente allo scopo di perseguire chi non è stato ingoiato dal conformismo dei compagni”. 

Il Sole 24 Ore intervista Felix Klein, commissario per la lotta all’antisemitismo del governo tedesco. “Sono arrivato ad Halle il giorno dopo la tragedia, mi ha colpito che non vi fosse stata la percezione preventiva del pericolo, la polizia non sapeva nemmeno che fosse Yom Kippur. Ora – afferma – tutti si sono resi conto di quanto sta capitando nell’anima del mio Paese”. 

“Parole che ricordano i più triti argomenti antisemiti d’Europa”. Così il presidente dell’Ospedale israelitico Bruno Sed a proposito degli insulti antisemiti apparsi sui social dopo l’adeguamento del canone richiesto ai gestori dello storico Caffè Greco, le cui mura sono proprietà dell’ospedale. “Quella dell’Antico Caffè Greco – scrive il Corriere – è una storia che finisce in tribunale segnata da un’accusa pesante. ‘Istigazione all’odio razziale’ è, in sostanza, il contenuto dell’esposto che i proprietari dell’immobile presenteranno in Procura dopo aver raccolto i post ‘dai chiari toni antisemiti’ apparsi sulla pagina Facebook del locale”.

In occasione di Lucca Comics due giovani hanno sfilato per le vie della città toscana simulando una parata nazista con tanto di svastica al braccio. “Il ricorso disinvolto a simboli, che richiamano una tragedia, decontestualizzandoli completamente dal fatto storico in sé, è non solo indice di irresponsabilità ma di banalizzazione integrale” dice lo storico Claudio Vercelli al Corriere Fiorentino

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(3 novembre 2019)