Campagna aggressiva

sara valentina di palmaC’era una volta una serena campagna, vicino ad una città antica dalla piazza a conchiglia. La città era rinomata per la sua fiera identità di antica storie e sentite feste, che ne facevano un caso unico di religione civica di successo per i suoi miti fondatori giunti sino ai giorni nostri, rielaborazione di tradizioni e microcosmi interni di piccoli quartieri che negli anni sono stati studiati come caso esemplare per qualità della vita da sociologi e antropologi di tutto il mondo. Così la campagna, spopolatasi rapidamente con la fine del lavoro mezzadrile ed altrettanto rapidamente ripopolatasi da turisti in cerca di ameno riposo, nuovi imprenditori green, ex cittadini attratti dalla tranquillità e da costi meno elevati.
Tre erano le certezze di chi abitava queste terre: babbo Monte (il primo istituto bancario d’Italia) che avrebbe garantito prosperità e vita sicura di generazione in generazione; l’apparato amministrativo di mamma università con l’indotto del prestigioso e secolare ente formativo, il mantenimento di una classe dirigente legata ad un credo che nel migliore dei casi si ispirava ai principi libertari della lotta di liberazione – e nel peggiore alla sua deriva filostaliniana.
Sebbene negli ultimi anni il babbo sia caduto gravemente malato e così la mamma, e l’intero sistema politico abbia subito il ribaltamento dei propri punti di riferimento culturali e civici, ci aggrappavamo con tenace ostinazione, ancora, alla tenuta di certi valori civici, ad un ancora presente senso del decoro etico ed ambientale, alla sopravvivenza di princìpi basati sul rispetto e sulla condivisione. Come se, nonostante le alterne vicende degli ultimi anni ed un decadimento complessivo che non ha lasciato immuni queste terre, ci fosse una tenuta culturale che permettesse una resilienza fiduciosa nel futuro.
Dalla cronaca degli ultimi giorni emerge invece, sotto questa fragile crosta di positività, un sostrato di aggressività razzista e neofascista fatta di quelli che lo storico Christopher R. Browning avrebbe chiamato uomini comuni: impiegati, dipendenti del sopramenzionato babbo Monte, uomini di mezza età che nel tempo libero scandagliavano le campagne con un non tanto innocente metal detector atto a ritrovare reperti bellici. I ‘camerati’, tra la città ed il contado in cui vivevano, avevano decine di armi, ed il progetto di ‘ritornare’ e presumibilmente far esplodere la moschea della vicina Colle Val D’Elsa. Tra i commenti alla notizia, anche uno sul presunto coinvolgimento di denaro ebraico – poteva forse mancare una spruzzata di antisemitismo?
Se si chiudono gli occhi e si sente con attenzione, la morbida pasta di mandorle dei pregiati biscotti locali rivela un retrogusto assai amaro.

Sara Valentina Di Palma