Segnalibro – I cimiteri ebraici e l’arte dell’eternità
La Fondazione Ambron Castiglioni, continuando la sua benemerita attività culturale in campo artistico, ha presentato ieri a Firenze il quarto quaderno della serie curata da Dora Liscia con la collaborazione di Giovanna Lambroni, edita da Edifir: “L’arte dell’eternità-iconografia, storia e tradizione nei cimiteri ebraici dell’Emancipazione”.
Il primo relatore, l’architetto David Palterer, docente del politecnico milanese, ha spiegato l’evoluzione avuta dai cimiteri partendo da quello di Mantova in fase di studio dopo il suo recente ritrovamento e da quello di Worms, il più antico di Europa, che ha visitato recentemente e che è ancora in uso.
Quindi rav Amedeo Spagnoletto si è a lungo soffermato sui profondi cambiamenti delle sepolture, nell’antichità semplici tumoli segnati da una pietra che aveva anche lo scopo di indicare ai coanim di avvicinarsi a luoghi a loro proibiti come sacerdoti, poi lastre con scritte in caratteri ebraici, e quindi sepolcri più ricchi di epitaffi fino a giungere ad abbellirli con bassorilievi e sculture a tutto tondo o a costruire delle cappelle funebri.
Dora Liscia si è poi velocemente soffermata sugli argomenti dei vari articoli del libro: il ben noto cimitero di Ferrara ricordato da Gianni Venturi, quello di Trieste illustrato da Davide Spagnoletto e per Firenze il contributo di Giulia Mariucci sul cimitero di Caciolle cui si aggiungono gli scritti di Valentina Filice sulla tomba Saadun opera dell’architetto Guglielmo Vita e di Ylenia Francalanci su quelle dello scultore Dario Viterbo.
Liana Elda Funaro ha invece parlato delle confraternite mortuarie e su questo argomento ha ripreso la parola rav Spagnoletto, ricordando come abbia voluto ripristinarlo nei suoi due anni di rabbinato a Firenze, completando il restauro della cappella mortuaria e scrivendo con Jacopo Treves una pubblicazione sui riti del lutto: Derekh kol haretz. Opportunamente Renzo Funaro ha poi fatto un preciso intervento sui i lavori in corso nell’antico cimitero di viale Ariosto e sui progetti per Siena e su quanto è stato fatto per quello di Monte San Savino
L’incontro, aperto da Alberto Boralevi, presidente della Fondazione, è stato seguito con grande interesse dal qualificato pubblico presente, purtroppo non tanto numeroso data l’inclemenza del tempo.
Lionella Viterbo
(28 novembre 2019)