I sindaci sfilano con Liliana
Seicento sindaci e migliaia di cittadini hanno sfilato ieri a Milano al fianco di Liliana Segre. Un’immagine potente, richiamata da tutti i quotidiani.
Scrive il Corriere: “È uno scudo di carne e ossa contro l’odio virtuale. Un popolo che si fa scorta, a difesa di Liliana Segre, la senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah e diventata bersaglio delle minacce da tastiera. Silenzioso, ordinato, variegato ma senza bandiere, questo esercito pacifico di tremila persone si mette in marcia da piazza Mercanti, a due passi dal Duomo, guidato dai pretoriani in fascia tricolore dietro allo striscione ‘L’odio non ha futuro'”.
Spiega La Stampa: “Liliana Segre, per una sera, diventa sindaca d’Italia e unisce idealmente sotto un’unica bandiera, quella della tolleranza reciproca, quasi tutti i comuni del Paese, di qualunque colore essi siano”. Intervistata da Repubblica, Edith Bruck, anche lei sopravvissuta alla Shoah, dice: “La storia di Liliana Segre ha fatto esplodere la questione antisemitismo e ha riacceso il dibattito politico. Ma io domando: perché esistono Forza Nuova, Casa Pound, la Meloni? La Costituzione vieta la ricostruzione del partito fascista o no?”.
In un editoriale Aldo Cazzullo (Corriere) sottolinea: “È finita sotto scorta, il che rimarrà come una vergogna nazionale. Ma dell’odio e dell’ignoranza è stata più forte. Grazie, per una volta, agli italiani perbene. Nella sua città, Milano”.
La manifestazione dei sindaci, segnala il Corriere Milano, è stata anche l’occasione per rilanciare le adesioni al Manifesto della comunicazione non ostile lanciato dall’associazione Parole O_Stili. Ieri la fondatrice Rosy Russo ne ha parlato con la stessa Segre.
È di sei morti il bilancio di una sparatoria avvenuta in New Jersey, che si è conclusa in un negozio kosher dove i due killer si erano asserragliati. Tra gli uccisi tre clienti del negozio. Stando a quanto riferito dalle autorità, non si tratterebbe di terrorismo e non vi sarebbe un movente antisemita. Il presidente Donald Trump ha commentato: “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per le vittime e le loro famiglie. Continueremo a monitorare la situazione ed ad assistere i funzionari locali e statali sul campo”.
Jeremy Corbyn a colloquio con Repubblica. Il leader laburista inglese, su alcuni temi scottanti, persiste nel suo ostinato silenzio. “Il Guardian – si legge – ieri rimarcava la distanza oramai incolmabile tra Corbyn e la comunità ebraica dopo i casi di antisemitismo che hanno ottenebrato il Labour. Ma il leader non ne parla, né tantomeno di Brexit e del secondo referendum promesso”.
Il Foglio torna sulla figura di Elio Lannutti, il senatore proposto dai Cinque Stelle alla guida della Commissione Banche. Due, viene detto, le caratteristiche ricorrenti ed essenziali del suo pensiero: “Il complottismo (spesso antisemita) e la diffamazione”.
Dopo una serie di velenosi tweet nel corso di un’udienza che vede sotto processo Ungheria e Polonia per violazione dello Stato di diritto il portavoce di Viktor Orban è stato cacciato dal Consiglio Ue. Il collegio giudicante, come riporta La Stampa, è stato definito dallo stesso “l’orchestra di Soros”.
Si è concluso il quarantesimo colloquio ebraico-cristiano di Camaldoli. Tra i temi affrontati, scrive Avvenire, “relazionalità del tema delle donne con il tema del maschile, il rapporto tra tradizione e innovazione, le modalità del processo decisionale di cambiamento”.
“Il mio cuore resterà sempre a Teheran”. È quanto afferma Andrea Stramaccioni, al centro di una complessa vicenda tra calcio e politica, in una intervista con La Stampa.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 dicembre 2019)