“Iran viola accordo sul nucleare” L’Europa verso nuove sanzioni
Francia, Germania e Regno Unito hanno denunciato le violazioni da parte iraniana dei termini dell’accordo nucleare del 2015: la scorsa settimana Teheran, dopo la notizia dell’uccisione del generale Soleimani, ha annunciato la sospensione di tutte le limitazioni alla produzione di uranio arricchito, imposte dal trattato. Da qui la risposta di Parigi, Londra e Berlino che hanno scelto di affidarsi al “meccanismo di contestazione” previsto dall’accordo e che può portare a nuove sanzioni contro l’Iran (Sole 24 Ore). Il regime di Teheran, avvisa il quotidiano Haaretz ripreso dal Messaggero, “avrà sufficiente quantità di uranio arricchito per produrre una bomba nucleare entro la fine di quest’anno. Secondo l’intelligence militare israeliana, tuttavia, Teheran ad ora non è in possesso di un missile capace di sostenere una testata nucleare”. A proposito di Iran, secondo il politologo Ian Brenner, intervistato dal Foglio, l’eliminazione di Soleimani ha ristabilito una deterrenza americana nei confronti del regime iraniano e tracciato quale sia la linea rossa da non oltrepassare. Sulle pagine del Corriere della Sera, Claudio Magris commenta le tensioni iraniane invitando l’Occidente a evitare “un altro Iraq”, ovvero un’altra guerra. “II Medio Oriente – scrive Magris – brucia già abbastanza per conto suo e l’Occidente non ha bisogno di nuovi incendi”.
Franco Schoenheit (1927-2020). “Siamo stati deportati nei campi in tre, mio padre, mia madre e io, e in tre siamo tornati: forse l’unica famiglia al mondo ad avere avuto questa fortuna”. Il racconto di Franco Schoenheit, sopravvissuto alla Shoah e preziosa voce della Memoria, scomparso nelle scorse ore all’età di 92 anni. Matricola 44862 del lager di Buchenwald, classe 1927, Schoenheit è stato una preziosa e coraggiosa voce della Memoria. “Siamo cresciuti e maturati con il suo dono di testimonianza che ci ha resi più consapevoli e responsabili, verso la verità e la storia da tramandare, sua, della sua Ferrara, della sua generazione”, le parole della Presidente UCEI Noemi Di Segni.
Pietre e Memoria. Da Torino a Bologna, prosegue l’itinerario dell’artista Gunter Demning per la posa delle Pietre d’inciampo, sampietrini in memoria di chi non tornò dall’orrore dei Lager. “Farli tornare a casa”, il significato di questo progetto nelle parole di Liliana Segre, lette a Torino dal presidente della Comunità ebraica della città Dario Disegni (La Stampa Torino). Inciampo per le coscienze, la definizione delle pietre da parte del Corriere Bologna che denuncia la meschinità di chi – poche persone – ha criticato l’iniziativa.
Mozioni sull’antisemitismo. La senatrice a vita Liliana Segre parteciperà a una seduta del consiglio regionale della Lombardia il prossimo 11 febbraio. Intanto in Consiglio è slitatto di una settimana il voto sulle due mozioni sull’antisemitismo proposta rispettivamente da Lega e Pd. Il Giornale riporta che c’è il tentativo delle due componenti politiche di raggiungere un compromesso e votare una mozione unica, integrando quella leghista che condanna la campagna di boicottaggio di Israele ed equipara l’antisemitismo e l’antisionismo. L’integrazione, che la Lega è disponibile a fare, circoscriverebbe, scrive il Giornale, “l’esclusione da ogni finanziamento e sostegno pubblico delle associazioni aderenti alla campagna per il boicottaggio, indicando espressamente quelle ‘riconosciute come organizzazioni terroristiche dall’Onu’”. In Ligura, la regione ha approvato una mozione che invita il governo ad adottare la definizione di antisemitismo dell’IHRA. E un invito simile arriva dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna (Avvenire). Sul Riformista, il parlamentare Pd Emanuele Fiano riflette sui dati del sondaggio di Alessandra Ghisleri sull’antisemitismo e sostiene la necessità di “investire nella cultura, nella formazione e nel sociale” per contrastarlo.
Mattarella a Livorno. Il Capo di Stato sarà oggi a Livorno e renderà omaggio a due suoi celebri cittadini, Carlo Azeglio Ciampi e Amedeo Modigliani. Al Presidente Mattarella, scrive il Corriere Fiorentino, “sarà consegnato il dono del Comune, alla presenza del presidente della comunità ebraica Vittorio Mosseri, una copia delle ‘Leggi Livornine’ emanate a fine 500 dal Granduca Ferdinando I de’ Medici”. Il quotidiano approfondisce poi il significato delle Leggi che stabilirono che la città fosse un “porto aperto a tutte le religioni e a ogni commercio”.
Il dopoguerra sul piccolo schermo. È andata in onda ieri sera su RaiUno la prima puntata di La guerra è finita, fiction ispirata alle vicende che videro il Comune bergamasco di Selvino aprire le porte all’accoglienza di numerosi bambini ebrei sfuggiti in tutta Europa alla Shoah. “Dietro alcune semplificazioni da fiction storica generalista, – la recensione di Aldo Grasso sul Corriere – La guerra è finita cela la capacità di costruire un viaggio che mescola i passaggi cruciali dell’Italia post-bellica con la necessaria catarsi di un dolore personale che ambisce diventare memoria condivisa”.
Segnalibro. Sul Corriere Paolo Mieli presenta il saggio di Otto Friedrich Il regno di Auschwitz che arriva ora nelle librerie italiane (edito da Solferino). Nel volume, Friedrich, scomparso nel 1995, ricostruì nel dettaglio i crimini compiuti nel più noto campo di sterminio nazista. Crimini di cui Siegmund Ginzberg spiega in qualche modo la genesi, raccontando la macchina di propaganda nazista nel suo Sindrome 1933 (Feltrinelli), che sarà presentato oggi a Milano alla Casa della Memoria (Repubblica). Sul Giornale si parla nuovamente invece del volume La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992 (II Mulino) firmato da Alessandra Tarquini.
Ristorante di confine. Per una clausola non rinnovata del trattato di pace tra Israele e Giordania l’enclave di Naharayim è tornata recentemente sotto il controllo giordano. Qui sorge il ristorante Rutenberg, gestito da israeliani e di cui racconta oggi La Stampa. “La nostra posizione ci consente di studiare strade inesplorate nella storia culinaria della regione. Quest’anno i rapporti tra i Paesi sono più tesi ma per diversi anni – racconta a La Stampa la chef Hila Ronen Sahar – siamo andati in Giordania per approfondire la conoscenza delle ricette e delle persone che vivono sull’altra sponda del fiume”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked