L’uovo e il popolo ebraico
“E quanto più li opprimevano, tanto più aumentavano e la popolazione si estendeva” (Shemòt 1;12).
Chiesero gli alunni al proprio maestro: “perché per celebrare l’uscita dall’Egitto mangiamo l’uovo sodo?” Allorché egli rispose: “l’uovo è diverso da qualsiasi altro cibo. Più i cibi vengono cotti, più divengono morbidi, masticabili e digeribili; l’uovo, a differenza di essi, diviene sempre più duro e resistente. Così avviene per il popolo ebraico: se gli altri popoli subiscono una persecuzione, spariscono dalla faccia della terra, così come è avvenuto per gli egiziani, i babilonesi, i greci e i romani, di cui non c’è più alcuna traccia vivente. Il popolo ebraico, nonostante tutto è ancora vivo e fa sentire la sua voce come allora.
La tenacia e la forza del nostro popolo, sta nel mantenere a ogni costo lo studio della Torà, l’osservanza dei precetti e il mantenimento delle tradizioni, proprio come fecero i nostri padri in Egitto.
Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna