“Ebraismo italiano identità unica,
rappresentarlo un orgoglio”

rassegnaIn una grande intervista con il Corriere, la Presidente UCEI Noemi Di Segni racconta la sua vita, le sue scelte, le sue aspirazioni. Il colloquio inizia con il primo ricordo d’infanzia da Gerusalemme, dove è nata: “La fluidità con cui si passava da una parte all’altra della città, a bordo dell’autobus numero 4. Dai quartieri ultraortodossi a quelli di origine araba attraversando il centro dove si svolgono mille attività. Ecco, mi viene in mente proprio il concetto di fluidità, in una città che è molto più piccola della rappresentazione mediatica. Così come è diversa la realtà che si vive lì: c’è un racconto diffuso di luogo pericoloso, attraversato dalla paura, che non corrisponde minimamente alla verità”. Del proprio incarico di presidente UCEI invece dice: “Girando per il nostro Paese ci si rende conto di quanto l’ebraismo italiano sia variegato rispetto ad altri ebraismi. E sia poco conosciuto. Un vero peccato. Io avverto l’orgoglio di rappresentare una catena di generazioni secolari che appartengono insieme all’ebraismo e all’Italia”. 
Temi che Di Segni affronta anche in un’altra grande intervista, con l’Osservatore Romano. Al centro, tra i vari temi, anche il sistema dei valori ebraici. Racconta infatti: “È un tema fondamentale nel nostro sistema di valori: l’importanza della conoscenza e dello studio, l’esemplarità come sistema pedagogico nelle relazioni genitori-figli e docenti-allievi. Un valore che convive con molti altri”.

“Mi dicono sempre: siete gli ultimi sopravvissuti. Sì, è vero, siamo gli ultimi. E so che quando nessuno di noi ci sarà più perché non possiamo vivere in eterno, anche se mi piacerebbe, sarà diverso. Forse più freddo, affidato ai musei e a Israele. La testimonianza diretta è essenziale: ma la Memoria resisterà, deve resistere. Però c’è ancora tempo per morire, noi andremo avanti, racconteremo nelle scuole, alle nuove generazioni”. Così Edith Bruck, al Corriere, che dedica una pagina (con i nomi e le foto) agli ultimi sopravvissuti italiani alla Shoah. 

Del tema parla anche Sami Modiano, intervistato dall’Osservatore Romano: “Ecco perché sono uscito vivo. Perché devo cercare di trasmettere ai giovani. Scrutando le loro lacrime in quel cimitero che si chiama Birkenau, davanti alle camere a gas ho giurato che avrei continuato. Se sarà il momento di andare via, me ne andrò sereno, consapevole che quello che ho fatto, l’ho fatto con grande, doveroso impegno”. 

Intervistata da Repubblica, Anna Foa riflette sugli ultimi fatti di odio (come la scritta antisemita di Mondovì) e sulla tenuta della società italiana. “Si è creata – afferma la storica – una miscela esplosiva che mette insieme frustrazione, ignoranza e comunicazione irresponsabile. Bisogna trovare a tutti i costi un capro espiatorio a cui dare la colpa del disagio. In questo senso razzismo e antisemitismo vanno di pari passo, anche se qualcuno vorrebbe distinguere”. 

Molte le riflessioni di intellettuali sul tema della Memoria. A scriverne tra gli altri David Bidussa (Sole 24 Ore) ed Elena Loewenthal (La Stampa). “L’unico valore è l’antifascismo”: così si intitola un intervento sul Fatto Quotidiano di Furio Colombo, artefice della legge che ha istituito il Giorno della Memoria. “Per gli antifascisti che tengono alta la memoria della Shoah e sanno benissimo dove, quando, come comincia (ricomincia) il fascismo – scrive Colombo – tante lotte sono una sola, perché tutti i fascisti sono razzisti e tutti i razzisti sono fascisti, che lo dicano o no, e persino se non lo sanno”. 

Fra i tradizionali appuntamenti di Memoria in programma domani in tutta Italia il meeting della Regione Toscana, che farà affluire migliaia di studenti al Mandela Forum di Firenze. A scriverne sulle pagine fiorentine di Repubblica sono due protagonisti della cerimonia, Ugo Caffaz e Giovanni Gozzini. Sulle stesse pagine una riflessione di Laura Forti, assessore alla Cultura della Comunità ebraica. Mentre sul Corriere Fiorentino, che al tema del ricordo consapevole dedica due pagine, a firmare un intervento (stimolata anche dal recente libro di Emanuele Calò, Gite ad Auschwitz, presentato in Palazzo Vecchio) è Gigliola Sacerdoti Mariani. 

“Faccio appello al sindaco de Magistris. Prenda un’iniziativa per ricomporre il rapporto tra Comune, Comunità ebraica e mondo dell’ebraismo. Lo dico con tutta umiltà, sarebbe un gesto molto importante”. Così l’ex assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno

“I luoghi di culto ebraici come l’Afghanistan: oltre 700 militari per difendere i siti a rischio”. È quanto scrive Il Giornale, a proposito della messa in sicurezza di sinagoghe e istituzioni comunitarie italiane. “I nostri soldati – si legge – rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno”. 

(26 gennaio 2020)