Milano, la ferita dell’occupazione nazista
Una breve cerimonia davanti l’ex albergo Regina, sede milanese del comando nazista dall’11 settembre 1943 al 30 aprile 1945. Qui, tra le centralissime vie Silvio Pellico e Santa Margherita, venivano interrogati e trattenuti oppositori politici ed ebrei, prima di essere mandati in treno nei campi di sterminio. Oggi l’ex albergo è sede della Bank of China e a ricordare gli anni terribili dell’occupazione nazista c’è una targa commemorativa, apposta nel 2010. L’iniziativa di questa mattina è stata promossa dal Comune di Milano, Aned, Comitato Permanente Antifascista, Comunità ebraica di Milano, Fondazione Centro Documentazione Ebraica Contemporanea, Memoriale della Shoah di Milano e Milano è Memoria, per celebrare il 75 anniversario della vittoria sul nazifascismo.
Nell’occasione, tra gli altri, sono intervenuti Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale; Roberto Tasca, assessore Comune di Milano; Roberto Cenati, presidente Comitato Antifascista; Giuliano Banfi, vicepresidente Aned; Pia Jarach, per la Comunità ebraica di Milano. Con le sue parole, Fermi ha sottolineato che “la memoria per essere forte deve essere viva, capace di parlare e di dialogare con il presente: va sconfitto il sentimento dell’indifferenza che contraddistinse quei tragici anni, nulla può e deve essere dato per scontato, sarebbe un rischio troppo grande che non possiamo più permetterci, considerando anche il caro prezzo con cui abbiamo pagato questi ultimi settanta anni di pace”. Inoltre, ha aggiunto il presidente dell’aula regionale, “oggi su proposta del vicepresidente Carlo Borghetti sarà presentato e depositato in Ufficio di presidenza un progetto di legge regionale a sostegno dell’iniziativa i ‘Viaggi della Memoria’ destinato alle scuole lombarde, con l’obiettivo di coinvolgere un numero sempre più grande di studenti per far capire loro il grande valore della pace e della libertà”. La necessità di trovare nuovi metodi per trasmettere la Memoria, è stato invece il messaggio di Pia Jarach, in rappresentanza dell’ebraismo milanese. “Ci spaventa l’idea di quando non ci saranno più i testimoni perché allora i falsari della Memoria avranno mano libera”, il suo monito, sottolineando d’altro canto che la Comunità ebraica “continuerà sempre nel suo impegno per fare memoria”.