Roma – “Segnali di odio anche in Italia”
Le parole dell’odio e gli anticorpi necessari per contrastarle al centro dell’iniziativa per il Giorno della Memoria organizzata al Campidoglio. “Quella di Mondovì – ha detto Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma – è una scritta infame, una spina che purtroppo è ancora insinuata nella società. Sono 75 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz ma non è una liberazione eterna. Non vuol dire che l’orrore non si può ripetere, magari in altre forme. Ma i segnali di odio e intolleranza sono in tutta Europa e stanno arrivando anche in Italia”.
Dureghello ha poi aggiunto: “Il focus di questo Giorno della Memoria sono i bambini. Da Roma ne partirono 250 e non tornò nessuno. Non dimentichiamoci chi si è voltato dall’altra parte e chi è stato complice di questo orrore. A chi mi chiede se ho fiducia nelle nuove generazioni rispondo di sì”. Così invece la sindaca Virginia Raggi, che si è rivolta ai tanti giovani presenti, anche per assistere al documentario “Kinderblock – l’ultimo inganno” di Marcello Pezzetti con regia Ruggero Gabbai, prodotto tra gli altri dalla Fondazione Museo della Shoah: “È importante vedervi qui in una giornata fondamentale come questa. Il 27 gennaio è la giornata della Memoria che dobbiamo preservare e vedervi qui ci aiuta a capire quanto sia importante non dimenticare e tramandare”.
A testimoniare la propria vicinanza anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che si è raccolto in commemorazione davanti al Tempio Maggiore. Ad accoglierlo una delegazione guidata dal vicepresidente della Comunità ebraica Ruben Della Rocca. Ha poi scritto su twitter il ministro: “Senza Memoria non c’è futuro. Il 27 gennaio 1945 si abbattevano i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz: insieme con Roma ebraica abbiamo ricordato il sacrificio di milioni di persone trucidate da odio e follia del nazifascismo. No all’antisemitismo”.
Angelo Di Castro, Romeo Di Castro, Umberto Di Segni e Davide Pacanowsky: con l’approvazione delle Leggi razziste, nel 1938, i loro nomi furono cancellati dall’Ordine degli Architetti di Roma. Con una cerimonia dall’alto valore simbolico, da quest’oggi, quella cancellazione è annullata. Una decisione presa dall’OAR in collaborazione con gli Ordini degli Architetti del Lazio e dell’Umbria, realizzatasi in in queste ore in forma solenne ma anche con la possibilità, nel corso di un incontro alla Casa dell’Architettura, di conoscere vite e opere dei quattro professionisti colpiti oltre 80 anni fa dai provvedimenti antiebraici.
Ad intervenire tra gli altri gli assessori UCEI Livia Ottolenghi e Gianni Ascarelli, l’assessore alla Memoria della Comunità ebraica di Roma Massimo Finzi, il presidente della Società Dante Alighieri Andrea Riccardi.
(27 gennaio 2020)