Vecchi fantasmi e nuovi orizzonti,
a Casale diversi impegni di Memoria
Per Casale e il Monferrato è stata una settimana dedicata al ricordo di uno dei periodi più dolorosi della storia, specie per un territorio dove da cinquecento anni l’ebraismo è estremamente connesso con la cultura e i luoghi. Nelle manifestazioni legate al Giorno della Memoria la Comunità ebraica di Casale Monferrato è stata sia una presenza costante nelle numerose iniziative organizzate dai Comuni di Casale, Trino e Moncalvo e dalle scuole monferrine, sia organizzatrice di alcuni incontri dedicati ad approfondire le persecuzioni razziali e le deportazioni nazifasciste.
Il primo di questi, con un largo seguito di pubblico, è stato organizzato insieme all’Anpi di Casale Monferrato proprio nella sede della Comunità, in vicolo Salomone Olper, giovedì scorso, con la conferenza “Oltre le Alpi, collaborazionismo e antisemitismo nella Francia di Vichy (1940- 1944)” tenuta dal professor Marco Sigaudo. Un racconto dettagliato e approfondito di una pagina di storia poco nota in Italia sulle politiche del governo collaborazionista di Petain che hanno contribuito a far giungere nei campi di sterminio oltre 75mila ebrei francesi.
Le attività sono continuate domenica 26 gennaio, sempre in Sala Carmi, con la proiezione del documentario “Sciesopoli, storia dei bambini ebrei salvati a Selvino” realizzato da Enrico Grisanti. A commentare l’opera la professoressa Betti Massera, lo storico Bernardino Pasinelli, custode delle memorie di questo luogo nel bergamasco e lo stesso autore. “Mi trovavo in vacanza a Selvino, in provincia di Bergamo, – racconta Grisanti circa la genesi dell’opera – quando ho scoperto il fascino e la magia di quest’ex colonia fascista in cui dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, oltre ottocento bambini ebrei vennero ospitati in attesa di partire per la loro Terra Promessa: Israele. Solo dopo essermi documentato sul luogo ho iniziato ad approfondire le storie e le testimonianze dei bambini sopravvissuti a quella esperienza”.
Il momento più toccante della giornata casalese è stato dedicato proprio al ricordo di tutti i cittadini di Casale Monferrato e Moncalvo deportati nei campi di sterminio. Alle ore 17, di fronte alla lapide collocata all’ingresso della sinagoga, sono stati letti tutti i sessantatré nomi delle persone scomparse e per loro è stata intonata la preghiera per i defunti (Yizkor). Erano presenti le autorità di Casale Monferrato, ma anche rappresentanti delle più giovani generazioni che come segno di continuità della memoria sono stati invitati ad accendere pubblicamente i sei lumi più uno a ricordo dei sei milioni di ebrei e di un milione di civili vittime del nazifascismo. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco di Casale Federico Riboldi, il commissario di Pubblica Sicurezza Carmine Bagno, il comandante dei Carabinieri di Casale capitano Cristian Tapparo, il capitano Paolo Boscaratto della Guardia di Finanza, i rappresentanti dell’Anpi Gabriele Farello e Giovanni Bosco, Monsignor Francesco Mancinelli in rappresentanza della Curia locale e Paolo Librè della Chiesa Evangelica.
Moncalvo, dove è sempre esistita una nutrita comunità ebraica, ha vissuto altri momenti di commozione domenica 26 gennaio, quando nella piccola città monferrina è giunto il suo progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig denominato “Pietre di Inciampo”. Si tratta di blocchetti in ottone con i nomi dei deportati che vengono collocati in tutta Europa sulle soglie delle case da cui sono stati strappate le vittime della Shoah per non tornarvi più. A oggi sono cementate nel terreno più di 71mila pietre destinate appunto a far “inciampare il pensiero” per dedicarlo al ricordo di un periodo buio della ragione umana. A Moncalvo di fronte a centinaia di persone il luogo prescelto è stato il selciato di vicolo 27 gennaio per ricordare Clelia Vitale, Alberto Colombo, Amerigo Colombo e Adua Nunes. L’iniziativa è stata fermamente voluta dalla famiglia Norzi, l’ultima famiglia ebraica residente a Moncalvo e dallo stesso comune cittadino. “Abbiamo l’obbligo di ricordare quanto accaduto affinché non si ripeta mai più per trasmettere questa memoria alle giovani generazioni” ha affermato il sindaco Christian Orecchia. Anche a Moncalvo Elio Carmi, vicepresidente della Comunità ebraica di Casale, ha letto l’ Yizkor e un brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi
L’ultimo appuntamento con le attività legate al Giorno della Memoria è previsto a Casale per domenica 2 febbraio in Sala Carmi con la Conferenza “Antisemitismi nell’oggi – Nuovi orizzonti e vecchi fantasmi” del professor Claudio Vercelli, storico e docente all’Università Cattolica di Milano. “Pregiudizio radicato nel corso della storia umana, l’antisemitismo ha conosciuto mutamenti e trasformazioni, adattandosi alle diverse epoche che ha attraversato, dal passato per arrivare fino ai giorni nostri – Spiega Vercelli presentando la conferenza – Ciò facendo, ha rivelato una natura camaleontica, alimentando tuttavia tenacemente il suo antichissimo nocciolo di fondo, la presunta indegnità morale e la disumanità degli “ebrei”. Ma cos’è divenuto oggi, dopo la tragedia della Shoah? Qual è la sua natura, come e dove si manifesta e per quali motivi si rivela inscalfibile a qualsiasi obiezione razionale? Nell’età del web, dell’islamismo radicale, degli etnonazionalismi e dei populismi, del complottismo e dell’hate speech, la riflessione di Vercelli sulle radici degli antisemitismi è indispensabile per capire il presente.
cdb
(28 gennaio 2020)