Dalle Leggi razziste al 16 ottobre 1943,
i giornalisti e le ferite della Roma ebraica

“Scriviamo degli altri quello che vorremmo fosse scritto di noi. Non temiamo di dare una rettifica quando ci accorgiamo di aver sbagliato. Diamo voce ai più deboli. Impariamo il bene di dare i numeri giusti. Le parole sono pietre, usiamole per costruire ponti. Diventiamo scorta mediatica della verità. Non pensiamo di essere il centro del mondo. Il web è un bene prezioso: viviamolo anche come bene comune. Connettiamo le persone. Diamo corpo alla notizia, portiamola nelle piazze digitali”.
Sono i dieci punti del patto “Parole non pietre” che sarà siglato domani nella sede de La Civiltà Cattolica a Roma. L’avvio di una tre giorni di riflessione sulle parole dell’odio, promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che si concluderà, domenica mattina, dopo vari eventi legati al tema del razzismo e dell’emarginazione, con il ricordo dei giornalisti e tipografi ebrei romani vittime della deportazione attraverso l’inaugurazione di una “Panchina della Memoria” loro dedicata al Portico d’Ottavia.
Trenta furono i giornalisti radiati dall’albo di Roma il 16 febbraio del 1940 per effetto delle Leggi razziste promulgate dal fascismo. L’occasione per ricordarlo è stato un recente evento organizzato nella sede della Fondazione sul giornalismo Paolo Murialdi. A 80 anni esatti dall’infamia, la loro simbolica riammissione in quell’elenco ha rappresentato un momento di consapevolezza importante per la categoria. L’attenzione, annuncia il presidente della Fnsi Beppe Giulietti, sarà adesso rivolta alle vittime del rastrellamento del 16 ottobre del ’43. Un percorso nella Memoria romana del Novecento condiviso con la stessa Comunità ebraica, che domattina, al momento della firma del patto, sarà rappresentata dalla sua presidente Ruth Dureghello.
Insieme con Giulietti e Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, Guido D’Ubaldo, segretario del Cnog, e Roberto Natale, coordinatore Comitato scientifico di Articolo21, hanno confermato la loro partecipazione anche padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica; Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede; Muhammad Abd al-Salam, segretario dell’Alto Comitato per l’attuazione documento sulla fratellanza; Alessandra Trotta, moderatora della Chiesa Valdese; Rev. Elena Seishin Viviani e Giovanna Giorgetti, vice presidenti Unione Buddhista d’Italia; Svamini Shuddhananda Giri, rappresentante per il Dialogo Interreligioso Unione Induista italiana; Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia.
All’incontro saranno presenti anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Editoria Andrea Martella. Ai partecipanti sarà consegnato un disegno offerto da Mauro Biani.
All’inaugurazione della panchina saranno invece presenti Ruben Della Rocca, vice presidente della Comunità ebraica di Roma, il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, la sindaca Virginia Raggi e il vicesindaco Luca Bergamo.

(27 febbraio 2020)