L’offerta per la mitzvà

sermoneta“Veikechù lì terumà – e prendano per me un’offerta”.
Fanno notare i nostri Maestri che l’espressione “li” che viene normalmente tradotta “per me” significa in questo caso “a mio nome”. Ossia: a titolo divino; cioè un’offerta che abbia la finalità di fare un qualcosa di sacro. Da notare che la Torà in questa occasione comanda di prendere un’offerta e non di dare un’offerta, a differenza di altre finalità. Questo è per spiegare, secondo i chakhamim, che ogni offerta fatta con lo scopo di attuare una mitzvà è come se non uscisse dalle proprie tasche, ma provenisse direttamente dall’Alto.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(28 febbraio 2020)