Il messaggio dei rabbini italiani
“Salvaguardia vita e salute
ha precedenza su tutto”

“Fino ad ora ci siamo astenuti dal dare disposizioni generali perché la situazione era molto diversa nelle diverse regioni d’Italia e quindi ogni rabbino ha dato istruzioni alla sua Comunità. Attualmente purtroppo la situazione è più omogenea e crediamo che si possano fornire alcune raccomandazioni generali. Chiaramente queste raccomandazioni valgono ad eccezione dei luoghi in cui sono previste dalle autorità sanitarie delle restrizioni maggiori e possono comunque variare con il variare della situazione”.
È quanto si legge in un comunicato dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia, che ha diffuso alcune raccomandazioni relative all’emergenza Coronavirus e all’osservanza di precetti e Legge ebraica. Nella nota si ricordano alcune norme di Halakhah che è essenziale prendere in considerazione: “Esiste un dovere per tutti di osservare le mitzvòt anche in situazioni di difficoltà. Esiste un dovere di salvaguardare la propria vita e la propria salute e la vita e la salute degli altri e quindi è un dovere halakhico osservare le raccomandazioni sanitarie degli organismi competenti. Questi due doveri fondamentali vanno conciliati per quanto possibile, anche se chiaramente la salvaguardia della vita e della salute ha la precedenza su tutto”. L’invito è inoltre a pregare “perché possiamo uscire da questa emergenza e perché D. possa salvare tutti noi e dare pronta guarigione agli ammalati”.
Per shabbat, si legge, “le funzioni nei Battè knesset dovrebbero essere il più rapide possibile e le persone all’interno del Bet hakkenèsset dovrebbero sedersi a distanza di sicurezza come previsto dalle ordinanze ministeriali: si suggerisce di sedersi a file alternate e lasciando un posto libero tra una persona e l’altra”. Il numero dei partecipanti, viene segnalato, dovrebbe essere limitato. “Ove ciò non fosse possibile si dovrebbero prevedere più minianim con un numero limitato di persone”. Chiunque avesse sintomi riconducibili al virus (tosse, difficoltà respiratorie, febbre) “è pregato di non partecipare alle funzioni”. Sarebbe inoltre bene “non fare kiddùsh né seudà sehelishìt”. Per quanto riguarda Parashàt Zakhòr “chi fosse impossibilitato a sentirla questo shabbat, può recuperarla ascoltando la parashà di Ki Tetzè (29 agosto); secondo alcuni si adempie l’obbligo ascoltando la parashà la mattina di Purim”.
Per quanto riguarda la festa di Purim valgono le stesse regole tenendo anche però presente che “c’è una maggiore frequenza ai Battè knesset e quindi è necessario pensare a fare più minianìm”. Queste le disposizioni date dai rabbini italiani: “Per quanto riguarda la sera di Purìm, normalmente il digiuno finisce dopo la lettura della Meghillà, nel caso però in cui si debba ritardare la lettura è permesso interrompere il digiuno prima (all’uscita delle stelle) mangiando dolci, crakers o frutta. Si raccomanda di organizzare letture private di Meghillà per chi non potesse venire al Bet Hakkenesset. Per quanto riguarda le altre mitzvòt di Purim, mishlòach manòt e mattanòt laevionìm, devono essere fatte ma con una dovuta accortezza. Per chi non può uscire di casa (persone anziane o malate) si ricorda che si possono fare queste mitzvòt attraverso una terza persona (shaliàch). Per quanto riguarda il mishtè (banchetto) si raccomanda di non organizzare eventi pubblici e di farlo in famiglia o tra amici. Rimane inteso che tutti gli eventi pubblici (festa, cene e pranzi) devono essere evitati soprattutto per chi abita nella zona gialla”.

(5 marzo 2020)