“Giusti, un grande esempio
per rispondere alle emergenze di oggi”

ndsLa Giornata europea dedicata ai Giusti che si celebra oggi rappresenta un momento di incontro, elaborazione e riflessione che mi piacerebbe rivolgere soprattutto ai giovani. Forse non sentono il bisogno di celebrare questa giornata e non riscontra le loro attenzioni prioritarie, ma ne sono comunque protagonisti perché sono loro i cittadini del nostro futuro. La Memoria del Bene e la capacità di agire dinanzi alle situazioni che mettono sotto esame la robustezza dei nostri valori, confermandoli rispetto alle molteplici sopraffazioni, è il vero collante sociale che può assicurare un futuro alla nostra discendenza. Non si tratta di essere eroi, ma di essere coerenti, di comprendere che l’imperativo dell’ora è quello della solidarietà e della responsabilità reciproca.
Abbiamo assistito in queste ore alla cerimonia, trasmessa da Milano in tutta Italia, di assegnazione dei riconoscimenti alle donne di Rosenstrasse, a Piero Martinetti, Wallace Broecker, Valerij Legasov, Yusra Mardini e Hevrin Khalaf e al commovente discorso del Presidente Gabriele Nissim, promotore dell’iniziativa europea recepita in Italia tre anni fa. I giorni che viviamo confermano ancor più l’esigenza di attivarsi ascoltando il polmone del pianeta, il polmone di una intera umanità fragile, molto più di quanto poteva mai immaginare, chiamata a collaborare ad ogni livello per la ricerca di soluzioni che portino guarigione e serenità. Siamo in un momento di grande esame delle nostre capacità di resistenza morale, e il virus cui resistere non è solo quello dell’infezione ma della disaffezione e disattenzione.
Il comando biblico della vita è sacrosanto e si compie osservando norme in questi giorni impartite con autorevolezza da governi e comitati, ma si compie anche pensando quella degli altri, a quella delle future generazioni, a chi ha scelto di vivere o attraversare il nostro Paese. Stiamo per festeggiare Purim, la festa della massima gioia, della massima partecipazione dei giovani e giovanissimi, che ricorda la salvezza da un folle genocidio, grazie all’impegno morale e fortemente identitario di una donna – Ester – che si è prodigata a rischio della propria vita e benessere. Proprio lei, che ha ispirato generazioni e generazioni di bambine, di quelle che ne portano il nome o la maschera in occasione della festa, è la Giusta protagonista, cui la nostra memoria di storia è rivolta in questi giorni. Adatteremo le modalità dei festeggiamenti e la lettura del testo antico della Meghillà alle costrizioni del momento, ma certamente senza fare mancare la gioia ai più piccoli, il sostegno ai poveri (Matanot la-amyiim), l’invio di dolciumi ai nostri cari e amici (Mishloach manot) e il pranzo festoso (Mishte), a ribadire ancora un anno che il popolo di Israele ricorda, trasmette, vive.
Purim Sameach, auspicando e pregando che si capovolga la situazione anche oggi e porti alla guarigione e miglioramento di tutti.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI